Cgia. In Veneto si fa sempre meno impresa, record nazionale di suicidi

Bortolussi: “Non siamo più la locomotiva economica del Paese, ma non siamo finiti su un binario morto”

VENEZIA – Il Veneto presenta il record nazionale di suicidi tra i piccoli imprenditori, il maggior incremento di pazienti trattati con antidepressivi e per il peggior saldo negativo tra le nuove aperture e le chiusure di aziende.

I record negativi collezionati dall’economia veneta nel 2012 sono molti. Vediamone alcuni :

·         26: sono i piccoli imprenditori che si sono suicidati a causa della crisi economica (record nazionale);
·         + 5%: è l’incremento registrato tra il 2010/2011 (ultimo dato disponibile) di nuovi pazienti trattati con antidepressivi in maniera intensiva (record nazionale);
·         -2.770: è la differenza tra le nuove imprese iscritte e quelle cessate presso le Camere di Commercio (record nazionale);
·         -2.505: è il saldo tra le nuove imprese artigiane iscritte e quelle cessate presso le Camere di Commercio (solo la Lombardia presenta un dato peggiore);
·         150.000 disoccupati (tasso disoccupazione al 6,6%), picco mai raggiunto negli ultimi 20 anni;
·         -4%: è la stima relativa al calo dei consumi delle famiglie venete che, indubbiamente, ha penalizzato il mondo del commercio e della piccola impresa che, nella stragrande maggioranza dei casi, vive della domanda interna.

Denuncia il Segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:

“E’ vero, non siamo più la locomotiva economica del Paese, ma non siamo finiti su un binario morto. Il Veneto, come del resto tutto il Paese, ha bisogno di politiche per il rilancio industriale che tengano conto delle specificità del nostro mondo produttivo fatto di piccole e piccolissime imprese. Nonostante il boom di suicidi che ha riguardato i piccoli imprenditori del Veneto, l’aumento della disoccupazione, il peso fiscale che continua a salire e il calo dei prestiti bancari, l’export  è in crescita e molti distretti produttivi hanno da tempo superato brillantemente la crisi. Purtroppo, a  soffrire sono le piccole imprese che vivono dei consumi delle famiglie  che, da tempo, hanno ridotto drasticamente gli acquisti”.

I numeri elencati in precedenza ci raffigurano un quadro generale del Veneto, cuore del mitico Nordest, in seria difficoltà. Le piccole e micro imprese, che negli ultimi decenni hanno dato vita ad un modello economico invidiato da tutto il mondo, sono in affanno. Molte chiudono, altre, in palese difficoltà, stringono i denti e continuano a tener duro, sperando che la ripresa economica arrivi quanto prima.

“L’importanza del ruolo economico del Veneto – conclude Bortolussi –  è noto a tutti. La tenuta economica di questa regione ha una valenza nazionale. Se non riparte il Nordest, ed in generale il Nord, difficilmente anche il resto del Paese potrà rialzarsi. Per questo è necessario che l’ingovernabilità  politica che sembra essere venutasi a creare  dopo le elezioni sia scongiurata quanto prima, attraverso la formazione di un Esecutivo che riesca a invertire la rotta con meno rigore e più crescita”.

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