Crisi. La perdita di potere d’acquisto delle famiglie è drammatico

Federconsumatori: “Intervenire con urgenza per il rilancio economico”

ROMA – Le retribuzioni a febbraio, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, sono praticamente ferme. Non poteva giungere notizia più nefasta per l’economia.
Su base annua la crescita sfiora appena l’1,4%. Un livello irrisorio, soprattutto se confrontato con l’aumento di prezzi e tariffe che, nonostante quanto rilevato dall’Istat, non ci risulta registrino alcuna frenata.
Nel biennio 2012-2013 l’aggravio a carico delle famiglie (tra prezzi, tariffe e tassazione) calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, risulta pari a ben +3.823.
A tutto ciò si aggiunge l’incredibile pressione fiscale nel nostro Paese, che ha raggiunto la quota impressionante del 52%. Una situazione che determina una continua perdita del potere di acquisto, ormai incontrastata, di fronte alla quale l’immobilità delle retribuzioni risulta ancora più allarmante.
Le più disagiate sono le famiglie a reddito fisso: al di là del fatto che i dati sul tasso di inflazione sono fortemente sottostimati dall’Istat, la forbice tra la crescita dei prezzi e quella dell’inflazione risulta comunque pari allo 0,5%.
Questo si traduce, per una famiglia media (di 2,5 componenti) monoreddito in una ricaduta di 153 Euro annui. Invece, per una famiglia monoreddito di 3 componenti, il divario equivale ad una diminuzione del potere di acquisto di 184 Euro annui. È evidente che tale situazione è divenuta del tutto insostenibile per le famiglie, che ormai sono costrette a ridurre persino i consumi di prima necessità, come quelli alimentari.
Per non parlare della contrazione dei prestiti attestata da Bankitalia che testimonia l’impossibilità, per molte famiglie, di ricorrere all’indebitamento.
In uno scenario simile le famiglie e l’intero sistema economico hanno bisogno di risposte concrete e rapide.
Per questo bisogna avviare il prima possibile interventi urgenti quali la definizione di un serio piano di rilancio economico, a partire dalla ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca; l’allentamento dei patti di stabilità degli Enti Locali, per dare possibilità di intervento per il rilancio occupazionale; nonché l’eliminazione definitiva dell’aumento dell’IVA previsto a partire da luglio, che avrà effetti disastrosi per le famiglie e per il Paese.

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