Crisi economica. Per l’Italia la più pesante dal 1929

Caduta choc degli investimenti: in questi ultimi anni la contrazione è stata doppia rispetto a quella registrata negli anni Trenta

VENEZIA – Gli effetti negativi della crisi economica che stiamo vivendo in questi ultimi anni sono più pesanti di quelli registrati negli anni Trenta. A dirlo è la CGIA di Mestre che ha messo a confronto l’andamento di alcuni indicatori economici  censiti nei periodi 1929-1934 e 2007-2012.  Ecco i risultati:

·        Pil – a livello aggregato la ricchezza prodotta dal Paese al netto dell’inflazione durante la crisi degli anni Trenta è diminuita del 5,1%. Tra il 2007 e il 2012 la contrazione è stata del 6,9%;

·        Pil pro capite – la ricchezza prodotta per singolo abitante al netto dell’inflazione, invece, è scesa durante la  Grande crisi dell’8,6%, in questi ultimi anni del 9,4%;

·        Investimenti – se tra il 1929 e  il 1934 la contrazione fu del 12,8%, tra il 2007 ed il 2012 il calo è stato del 27,6%, più del doppio rispetto a quanto accaduto 80 anni fa;

·        Consumi delle famiglie –  negli anni Trenta la caduta fu drammatica: -9,4%.  In questi ultimi anni la diminuzione è stata del 5%.

“La gravità della situazione – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – richiede la formazione di un Governo forte ed autorevole che  in tempi brevi inverta la politica economico/fiscale praticata in questo ultimo anno e mezzo. Basta con l’austerità ed il rigore che stanno provocando un preoccupante aumento della disoccupazione. Bisogna, invece, ridurre le tasse e rilanciare i consumi delle famiglie, altrimenti per la gran parte delle piccole imprese non c’è futuro. Visto che in Europa nel decennio scorso il 58% dei nuovi posti di lavoro sono stati creati dalle piccole imprese con meno di 10 addetti, se non aiutiamo queste ultime non possiamo sperare di  combattere efficacemente la disoccupazione”.

E’ chiaro, sottolinea la CGIA, che questa comparazione presenta dei limiti riconducibili all’incompletezza delle statistiche riferite agli anni Trenta. Pertanto, i risultati vanno presi con le molle, anche se ci consentono di realizzare una comparazione che ci ribadisce la gravità della situazione che stiamo vivendo.

Va altresì ricordato che in questa analisi sono stati presi in esame gli unici indicatori che potevano essere confrontati. Nonostante i numeri mettano in evidenza le difficoltà di questi ultimi tempi,     non va dimenticato che negli anni Trenta la durata media della vita, la mortalità infantile, il livello di istruzione, le condizioni abitative, quelle igienico/sanitarie e la ricchezza media delle famiglie non erano minimamente paragonabili a quelle attuali.

Da un punto di vista metodologico la CGIA segnala che nel  1929  e nel 2007 si sono registrati i risultati economici maggiormente positivi per il nostro Paese nei due periodi messi a confronto. Pertanto, le due variazioni hanno inizio proprio a partire dal ’29 e dal 2007.

CRISI ECONOMICHE A CONFRONTO

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Banca d’Italia (Alberto Baffigi, La Contabilità Nazionale dell’Italia 1861-2011) e Istat
 
Note:
Per le variabili PIL e PIL PRO-CAPITE si fa riferimento a variazioni di valori concatenati al 2005.
Per le variabili CONSUMI FAMIGLIE e INVESTIMENTI si fa riferimento, per la crisi del 1929, a variazioni di valori a prezzi costanti al 1938, mentre per la crisi attuale si fa riferimento a valori concatenati al 2005.

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