Cgia. Imu, per uffici e negozi fino al 120% in più. Ecco gli aumenti

Bortolussi lancia un appello ai Sindaci: “Non aumentate l’Imu sulle attività produttive”. L’eventuale sconto per l’anno in corso interesserà solo gli alberghi i capannoni e sarà pari a 270 milioni

VENEZIA – Per le attività produttive l’Imu è stata una vera e propria stangata. Rispetto a quando si pagava l’Ici, l’Ufficio studi della CGIA ha misurato gli aumenti di imposta subiti dal mondo delle partite Iva e dagli imprenditori con l’introduzione dell’Imu. Ebbene, l’anno scorso gli uffici dei liberi professionisti hanno pagato quasi il 128% in più, i negozi commerciali il 123,5%, i laboratori artigianali oltre il 93%, gli alberghi quasi il 71%, i centri commerciali e i piccoli/grandi capannoni industriali attorno al 70%.
 
“Aumenti da brivido – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – che ci impongono di lanciare un appello ai Sindaci: per quest’anno non ritoccate all’insù le aliquote sugli immobili di tutte le attività produttive. Con un Pil che nel 2013 si attesterà attorno al -1,4% e i consumi delle famiglie al -1,6%, se non si arresta l’aumento delle tasse sulle imprese come si può sperare di  contenere la disoccupazione ?” Fortunatamente da fonti governative arriva una buona notizia.

Sembra scongiurato l’aumento di 5 punti previsto per quest’anno del coefficiente moltiplicatore che si applica alla rendita catastale per determinare la base imponibile degli alberghi e dei capannoni. Se fosse così, questo “congelamento” porterebbe ad uno sconto dell’8,33%, che in termini assoluti sarebbe pari a 270  milioni di euro. Per gli alberghi il mancato aggravio si attesterebbe a  952 euro, per i centri commerciali a 610 euro, per i grandi capannoni a 482 e per quelli piccoli a 279 euro.

“Ora bisogna definire qualche misura che alleggerisca il peso dell’Imu anche per i piccoli – conclude Bortolussi – Liberi professionisti e negozianti hanno subito aumenti superiori al 120%, per gli artigiani l’incremento è stato del 93%. E’ necessario che anche al mondo delle partite Iva giunga un segnale di attenzione che dimostri che la sensibilità nei confronti di queste attività è cambiata”.

Nota I calcoli sono stati effettuati applicando le aliquote medie dell’IMU ottenute dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluoghi di provincia. Inoltre, il calcolo della base imponibile è stato effettuato sulla base delle rendite medie a livello nazionale relative ad ogni tipologia di immobile ottenute dalla banca dati dell’Agenzia del Territorio.
(*) l’eventuale mancato aggravio nel 2013  è pari all’8,33%. L’importo in termini assoluti è stato calcolato ipotizzando il varo di disposizioni normative tese ad evitare l’aumento del coefficiente moltiplicatore da 60 a 65 previsto per il 2013. Tale coefficiente si applica alla rendita catastale degli immobili di categoria D per pervenire alla determinazione della relativa base imponibile.

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