P.A. I lavoratori manifestano in massa davanti Montecitorio

USB chiede al Governo lo sblocco dei contratti e il miglioramento qualitativo dei Servizi Pubblici

ROMA – La Pubblica Amministrazione si è mossa. Più di tremila dipendenti pubblici provenienti da ogni comparto (massiccia la presenza degli enti locali, in particolare Provincia di Roma) si sono dati appuntamento davanti Piazza Montecitorio per protestare contro il blocco dei contratti che perdura dal precedente Governo Berlusconi (riforma Brunetta) e contro l’impoverimento di mansioni, qualifiche e professionalità che perdura da decenni. Il nuovo Governo Letta-Alfano sembra sordo ai richiami del pubblico impiego, vessato da norme sempre più punitive e da un costo della vita giunto alle stelle, e l’USB ha organizzato una manifestazione per impedire che ulteriori sacrifici siano imposti ai dipendenti pubblici, prorogando il blocco dei contratti.
Del resto non c’è solo in ballo il rinnovo del contratto pubblico scaduto da anni, ma anche il destino dei precari e di tutti coloro che lavorano con contratti atipici per le società partecipate dalla P.A. il cui destino sembra quanto mai incerto. La piazza di Montecitorio era stracolma di persone provenienti da ogni parte d’Italia che hanno gridato tutto il loro sdegno nei confronti di un arretramento dei diritti e della dignità lavorativa, complice anche una politica concertativa messa in atto dai sindacati CGIL CISL e UIL che non ha portato alcun reale beneficio ai lavoratori, ma solo più imposizioni, più obblighi e meno salario. Il decreto di Economia e Funzione pubblica che prolunga al 2013-2014 il congelamento di contratti e stipendi nel pubblico impiego bloccherà anche l’indennità di vacanza contrattuale, che, insieme al primo blocco triennale voluto dallo scellerato Governo Berlusconi-Brunetta nel 2010-2012, costerà in termini di mancati aumenti quasi il 10% dello stipendio. Per un impiegato si traduce in una perdita valutabile fino a 4mila euro in meno all’anno con effetti pessimi anche sui consumi che infatti segnano un arretramento vicino al periodo nero degli anni 90. E gli effetti si faranno sentire anche sulle pensioni, soprattutto per chi uscirà dal lavoro nei prossimi anni e si vedrà alleggerito l’assegno di una somma non troppo inferiore a quella persa nello stipendio (circa l’80%). Diversi esponenti politici e rappresentanti USB si sono avvicendati sul palco per invitare i lavoratori a costruire un fronte comune di lotta in difesa dei propri diritti e infine la stessa piazza ormai gremita di gente ha organizzato un corteo spontaneo che si è snodato per le vie del centro di Roma per raggiungere Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica e fare ascoltare direttamente al ministro della Funzione Pubblica D’Alia le legittime rivendicazioni degli impiegati pubblici. In particolare l’organizzazione sindacale di base USB chiede  lo sblocco immediato del contratto collettivo nazionale, l’assunzione di tutti i precari, la reinternalizzare dei servizi e di chi lavora nelle società appaltatrici, la cancellazione della disastrosa riforma Brunetta.

Condividi sui social

Articoli correlati