Fiat. Marchionne apre a Landini, ma con riserva

ROMA – Sergio Marchionne si dice pronto ad incontrare il nemico numero uno, ovvero Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil. “Il Paese ha bisogno di ritrovare una pace sindacale perché è essenziale lavorare in uno spirito di collaborazione se vogliono far ripartire lo sviluppo”, ha detto l’amministratore delegato della Fiat presentando gli investimenti alla Sevel e accogliendo la richiesta di incontro avanzata dalla Fiom dopo la pronuncia della Consulta.

“Adesso – ha poi aggiunto – è il momento di dimostrare che siamo all’altezza della situazione. Mi auguro che lavoratori e organizzazioni sindacali comprendano fino in fondo il significato dell’impegno che abbiamo preso e adottino comportamenti coerenti per non vanificare gli sforzi che stiamo facendo”.

La risposta di Landini non si è fatta attendere. “Mi aspetto un atto di saggezza da parte della Fiat. Se si ripristina la condizione di rappresentanza, per noi decade qualunque iniziativa giudiziaria”, puntualizza il segretario Fiom,  riferendosi alla recente pronuncia della Consulta sulla rappresentanza sindacale nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. “La Corte non ha parlato a vanvera – aggiunge – e dice che nel nostro paese va rispettata la Costituzione. Pensiamo che vadano ripristinate queste regole e riaperto un confronto sindacale serio e normale-“A E Poi: “Anche altre organizzazioni dovrebbero difendere le libertà sindacali. Siamo perchè le rappresentanze vegano elette – aggiunge Landini   – , non abbiamo alcun problema a rientrare perchè ne abbiamo diritto, ma, se necessario, anche a tornare a una rielezione generalizzata dei delegati in tutto il gruppo Fiat, in modo da fare le assemblee e discutere le condizioni dei lavoratori”.

Marchionne, dal canto suo, incassata la sconfitta sancita dalla Corte Costituzionale, ribadisce che gli accordi acquisiti e già sottoscritti dalla maggioranza dei sindacati non saranno toccati. Insomma, si tratta del tanto discusso modello Pomigliano, la cui osservanza dei lavoratori riguarda anche il divieto di scioperare.
Ma non solo. Marchionne, quasi volesse preparare il terreno di confronto,  ha ribadito che “l ‘Italia ha vissuto al di sopra delle sue possibilità, concentrato ad inseguire ricchezze che
diventavano sempre più scarse. Così gli italiani si sono ritrovati con le tasche vuote”. Per l’ad “l’unico modo per risalire la china è invertire un ciclo economico avvitato su se stesso e tornare a produrre”. Ora bisognerà vedere a quali condizioni. Di certo la Fiom non potrà più essere ignorata.

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