Addio made in Italy. Montezemolo vende agli americani Poltrona Frau

Anche la famosa Poltrona Frau abbandonerà l’Italia e finirà in mani straniere. Un altro marchio del ‘made in Italy’ che va ad aggiungersi all’interminabile lista di eccellenze italiane vendute all’estero.

Stavolta è il fondo Charme e Moschini a cedere il 58,6 % della società, che produce la celeberrima poltrona, all’americana Haworth, per 2,96 euro ad azione. Charme fa capo a Luca di Montezemolo & Parteners Sgr. Strano pensare che proprio Montezemolo, che si è a lungo spacciato difensore e ambasciatore dell’italianità, oggi sia pronto a dismettere questo importante asset. Finora, il 51,3% del capitale di Poltrona Frau era nel portafoglio di Charme e il restante 7,3% in mano a Moschini.

Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro la fine di aprile ed è condizionato all’approvazione da parte delle autorità antitrust competenti.  A seguito del perfezionamento dell’operazione, Haworth, direttamente o tramite una società interamente posseduta, costituita in Italia, eventualmente designata per l’acquisto, promuoverà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria sulla rimanente parte del capitale sociale di Poltrona Frau. 

Gli stranieri insomma in Italia fanno shopping. Infatti secondo un rapporto dell’Eurispes sono 437 i marchi italiani rilevati da aziende straniere.

Da Parmalat a Edison, passando per Valentino e Pernigotti, nessun settore è stato risparmiato alla vendita. È però il lusso il campo più ambito. Ecco le principali operazioni. – Fendi: dal 1999 è nell’orbita di Lvmh. Dapprima Bernard Arnault acquistò il 51% della casa di moda romana insieme a Prada, poi i francesi rilevarono anche la quota del gruppo milanese.  – Pucci: dal 2000 è parte del colosso francese Lvmh. – Gucci: il marchio fiorentino è del gruppo francese Kering (ex Ppr, che fa capo a Francois Henri Pinault), che strappò l’acquisto a Lvmh nel 2004 con una maxi opa. Con Gucci, Kering possiede anche Bottega Veneta, Sergio Rossi e, da quasi un anno, le ceramiche toscane di Richard Ginori. – Bulgari: la famiglia ha venduto le sue quote a Lvmh nel 2011. Il colosso francese ha poi conquistato il gruppo con un’opa da 4 miliardi di euro. – Brioni: il marchio del lusso maschile, celebre per avere vestito James Bond, è passato nel 2011 nelle mani di Kering per oltre 300 milioni di euro. – Valentino: l’emiro del Qatar ha rilevato il gruppo nell’estate del 2012 dalla famiglia Marzotto e dal fondo Permira. Un acquisto a peso d’oro quello dei reali arabi, che si sono aggiudicati il brand per circa 700 milioni di euro. – Pomellato: è dell’aprile scorso l’annuncio del passaggio a Kering, diventato ufficiale da luglio. Circa 300 milioni di euro, secondo le indiscrezioni, la valutazione francese per il gioielliere italiano. – Loro Piana: con un blitz annunciato a sorpresa nello scorso mese di luglio, la Lvmh di Arnault ha acquistato l’80% della griffe del cachemire al prezzo record di 2 miliardi di euro. – Cova: non solo moda per Lvmh, che ha acquisito nel giugno 2013 anche la pasticceria di via Montenapoleone. Ignota la cifra offerta alla famiglia: sono circolate cifre comprese tra 12 e 32 milioni di euro. L’acquisto ha scatenato una querelle legale con Prada, interessata a sua volta allo storico caffè milanese.

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