Alitalia. I capitani coraggiosi colpiscono ancora. Oltre 2mila esuberi ‘strutturali’

ROMA – Arriva l’amaro biscottino da parte dei “capitani coraggiosi”, che dalla voce dell’amministratore delegato di  Alitalia, Gabriele Del Torchio, annunciano che gli esuberi ci sono.

Anzi trattasi di 2.200 “esuberi strutturali”, ovvero lavoratrici e lavoratori che dovranno per forza di cose uscire dall’azienda e che, va ricordato, dovranno essere accompagnati con misure di tutela sociale. Insomma, un’altra sconfitta per l’ex compagnia di bandiera che dal 2008 ha mancato tutte le sue promesse. Dopo tanti ottimismi, Del Torchio è stato fin troppo chiaro: “la compagnia  dovrà passere un processo di ristrutturazione  complesso,  faticoso e doloroso: non ci sono alternative, ne va della  sopravvivenza delle 11mila e passa persone che resteranno”.

E poi l’ad ricorda: “L’alleanza con Etihad  è un progetto molto importante che vedrà mantenere la maggioranza azionaria in mani italiane, o meglio europee visto che c’è anche Air France-Klm: non stiamo vendendo la compagnia ai potenziali partner di Abu Dhabi, ma vogliamo allearci con loro per mettere a fattore comune sinergie, vantaggi e avere capitali”.

Tuttavia, qualche dubbio rimane, visto che la priorità come avvenne nel 2008 è stata quella eliminare le eccedenze non strutturali come dice Del Torchio, bensì umane, che sono tutt’altra cosa. Nel frattempo Alitalia fa sapere che la trattativa va avanti, che l’arrivo di Etihad è imminente anche se manca ancora il tassello delle banche, le quali nonostante i crediti dovranno agevolare le condizioni economiche affinché la compagnia emiratina abbia delle garanzie sul bilancio.

Se tutto filerà liscio Etihad, come avevamo già annunciato,  prevede  di investire  560 milioni di euro per il rafforzamento della flotta Alitalia. Ma saranno sufficienti a risollevare la situazione economica del settore aereo italiano che non brilla come oggi ha evidenziato  l’Enac nel rapporto 2013.

La crisi economica ha infatti segnato un calo significativo negli ultimi 3 anni, nonostante il presidente dell’Enac Vito Riggio auspica che  Alitalia si riprenda con l’alleanza e rimanga nel novero  delle compagnie internazionali. “Ma per questo  – precisa – serve  un’adeguata capitalizzazione. Noi – ha aggiunto – facciamo ispezioni continue  per verificare la liquidità della compagnia: manteniamo,  come abbiamo sempre fatto, la vigilanza aspettando che si  concluda la trattativa”.

Intanto i sindacati che fanno? 

Susanna Camusso, segretaria nazionale della Cgil, respinge l’ipotesi ventilata da Del Torchio e parla di un accordo già esistente con Alitalia che prevede “rotazione del personale e contratti di solidarietà”. La Cisl dal canto suo è perplessa: “C’è da rimanere basiti per i comportamenti e le leggerezze che si registrano in questi giorni sugli esuberi di Alitalia”, afferma  Giovanni Luciano, Segretario generale della Fit-Cisl. “Innanzitutto occorrerebbe più rispetto – continua Luciano – per le persone interessate e per chi le rappresenta. Queste persone, questi esuberi, oggi fanno un lavoro inutile o sono a spasso? Poi perchè 2.200? Come si arriva a questo numero? Dovrebbe essere tutto correlato al nuovo Piano industriale e  non una cosa a prescindere. Viene da chiedersi cosa ci convoca a fare un Amministratore delegato che mette le carte sul tavolo… dei giornali? Verrebbe da dire: facesse da solo. Stiamo veramente vedendo un film squallido – conclude il Segretario generale – che rischia di portare a brutte sorprese perchè i sacrifici, chiesti sempre agli altri, possono portare a scontri molto duri se manca il rispetto per le persone. Noi ci batteremo per la tutela delle persone”. Domani, il ministro Maurizio Lupi ha convocato i  sindacati del trasporto aereo  per discutere di «problematiche del settore trasporto aereo». All’incontro  parteciperà anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti.

In conclusione bisognerà fare i conti in questo settore soprattutto con la crisi, quella dell’economia reale e con quello che si è prodotto negli ultimi anni. E Alitalia dal 2008 ha lasciato a terra una scia troppo numerosa di persone messe all’angolo e dal prossimo ottobre 2015 private del loro futuro e di qualsiasi aspettativa occupazionale, visto l’età anagrafica. Un danno economico, sociale ma soprattutto umano che   i sindacati compiacenti e lo stesso governo  non avrebbero dovuto  permettere. Invece, ancora una volta siamo a un passo dal baratro. Insomma, i capitani coraggiosi colpiscono ancora. 

 

 

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