Inflazione. Seppure più lentamente, i prezzi continuano a salire

Ricadute di +107 euro annui per una famiglia di tre persone 

ROMA – L’Istat registra un tasso di inflazione a giugno dello 0,3%. Seppure in frenata significa comunque che i prezzi continuano a crescere, in maniera del tutto ingiustificata ed ingiustificabile.

Un andamento in piena controtendenza rispetto alla grave crisi della domanda interna che rileviamo da anni: quest’ultima solo nel biennio 2012-2013 ha registrato una diminuzione del -8,1% pari ad oltre 58 miliardi di Euro in meno sul mercato.

Se il potere di acquisto continua a diminuire (secondo le rilevazioni O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori del -13,4% dal 2008 ad oggi) ed i prezzi continuano, in ogni caso, a crescere è purtroppo inutile sorprendersi di fronte a dati come quelli sulla povertà diffusi ieri dall’Istituto di Statistica.

Una crescita dell’inflazione dello 0,3% equivale pur sempre ad un incremento dei costi a carico di una famiglia di 3 persone pari a 107 Euro annui. Incrementi che incideranno ulteriormente sulla contrazione dei consumi, solo in parte contrastata dai benefici dell’aumento in busta paga di 80 Euro. Per questo è necessario agire con la massima urgenza, mettendo in atto ogni sforzo per realizzare una redistribuzione del reddito ed un rilancio del potere di acquisto delle famiglie.

In tal senso è indispensabile ampliare la platea dei beneficiari del bonus anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose. In tal modo, secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i benefici sulla della domanda di mercato potrebbero far segnare una risalita vicina al +0,8 / +0,9%.

Bisogna intervenire prontamente anche sul fronte del rilancio occupazionale. La ripresa del potere di acquisto determinata dalla ripresa dell’occupazione è infatti il presupposto necessario alla fuoriuscita dalla crisi ed al rilancio dell’intero sistema economico. Non è più sostenibile, per le famiglie, provvedere al mantenimento dei giovani senza lavoro, o di figli e nipoti che hanno perso il lavoro. Il Governo deve dare risposte concrete, restituendo prospettive e futuro alle nuove generazioni.

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