Alitalia Etihad. Angeletti (Uil), non ci sono condizioni per firma accordo

ULTIM’ORA – Stando alle ultime notizie il fronte sindacale risulta ancora spaccato rispetto alla firma dell’accordo tra Alitalia e Ethiad. Questa volta però non è la Cgil ad opporre resistenza, visto che Susanna Camusso sembra aver fatto dietro front dichiarando la disponibilità della Cgil a firmare l’intesa, ma la Uil.

Per Luigi Angeletti infatti non ci sarebbero le condizioni per poter procedere alla firma dell’accordo.  «Con questo testo non firmiamo». Il leader della Uil smentisce con queste parole l’intesa sul contratto nazionale e il costo del lavoro annunciata dai segretari di Cgil e Cisl. A chi gli fa notare che Bonanni e Camusso hanno annunciato l’accordo, Angeletti risponde secco: « Loro sono d’accordo, io no». «Non credo- aggiunge Angeletti – che ci siano le condizioni perchè il rush finale abbia esito positivo.  Secondo noi il testo» sul contratto e costo del lavoro «viola molti diritti dei lavoratori e non c’entra nulla con l’operazione Etihad. Chiederemo l’opinione dei lavoratori». La Uil sarà comunque alle 17 al tavolo per valutare i testi definitivi.

 

Qualche titubanza arriva ora anche dall’Ugl, il segreterio generale Giovanni Centrella ha infatti dichiarato che, se il fronte sindacale non sarà unito, Ugl non firmerà. 

«In un momento così critico per Alitalia e il trasporto aereo italiano, l`Ugl è decisamente imbarazzata nel vedere il fronte sindacale frammentato più su posizioni preconcettuali che di merito. Il pesante contributo richiesto ai lavoratori, da parte di un`azienda che ha grosse responsabilità sul fallimento del progetto Fenice, e lo sfidante progetto industriale presentato non possono essere sostenuti se non da un fronte sindacale compatto e senza tentennamenti».

 

 

 


 

ROMA  – Il ministro Lupi convoca i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti sono quindi attesi alle 12.30 al Ministero dei Trasporti sul caso Alitalia, sul  contratto nazionale e la riduzione del costo del lavoro. 

Intanto  Carlo Messina,  amministratore delegato di Intesa Sanpaolo ribadisce che il suo istituto di credito è pronto a fare la sua parte  nell’ambito di un accordo complessivo per il rilancio di Alitalia, ma non intende fare la parte di altri  «In Alitalia abbiamo sia partecipazioni azionarie che posizioni creditizie. Riteniamo ci sia un progetto industriale che valga la pena di essere seguito e che può portarci a uscire da questa azienda nel momento in cui tornerà in utile, che dovrebbe essere nel 2017. Perciò, noi supportiamo questo progetto per la parte di nostra competenza. Ovviamente, non faremo la parte di altri», ha affermato Messina.

E poi l’ad precisa che “la nostra condizione è che al 2017 noi possiamo uscire quando l’azienda torna in utile e, quindi,  quando ci saranno le possibilità che questa sia un’azienda  di mercato a tutti gli effetti”. Sarà tutto da vedere come si presenterà la situazione Alitalia tra 3 anni. Nel frattempo Usb riafferma la sua proposta di moratoria del rinnovo contrattuale CAI e chiede che quelle risorse economiche siano utilizzate esclusivamente per ridurre il numero degli esuberi che, secondo l’USB, rimane il nodo centrale della vertenza.  “Sono bastate poche ore per firmare accordi che prevedono 1.000 esuberi – puntualizza il sindacato –  e senza reali garanzie, ma da cinque giorni stanno discutendo della misurazione della rappresentatività tutta interna ai loro giochi. Sarebbe incomprensibile agli occhi dei lavoratori, e di qualsiasi persona di buon senso, da un lato licenziare e dall’altro, con un nuovo contratto, erogare aumenti a chi rimane.  In questo senso – conclude la nota di Usb – facciamo un appello all’azienda, al Governo e a tutti i sindacati affinché si riprendano immediatamente le trattative e si lavori seriamente, abbandonando sceneggiate vergognose che sono imbarazzanti per tutti”.

 

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