Recessione? Segnali positivi, ma non sufficienti

ROMA – Basta poco, troppo poco, per accendere gli entusiasmi.Il fatto che il PIL sia tornato a crescere nel primo trimestre, come fa notare l’Istat, è senz’altro una notizia positiva e incoraggiante. Ma parlare addirittura di “risultati superiori alle attese” per una crescita del +0,3% appare, francamente, esagerato.Si tratta di un timido segnale, ancora incerto e tutt’altro che stabile.

Non possiamo ancora annunciare la fuoriuscita dalla crisi, a maggior ragione se si guarda all’andamento economico nel suo complesso.La disoccupazione è ancora su livelli altissimi, il potere di acquisto delle famiglie è ai minimi termini ed i consumi ne risentono in maniera significativa: basti pensare che nell’ultimo triennio hanno segnato un calo del -10,7%, pari ad una minore spesa di 78 miliardi da parte delle famiglie.Questi dati restituiscono un quadro allarmante, ancora ben lontano dalla ripresa annunciata, in modo irresponsabile e prematuro, da molti. Per fronteggiare realmente tale situazione e lasciarsi alle spalle, una volta per tutte, la crisi, è indispensabile agire per la ripresa dei redditi ed il rilancio della domanda interna.

Per fare ciò è necessario avviare immediatamente un Piano Straordinario per il Lavoro.Solo dando nuove prospettive e redditi stabili a giovani e no in cerca di un’occupazione si potrà dare all’economia quella svolta necessaria in direzione della crescita.Per questo è indispensabile rilanciare gli investimenti per lo sviluppo tecnologico, avviare la modernizzazione delle infrastrutture, attuare la messa in sicurezza degli edifici pubblici e lanciare un piano dettagliato per incentivare il turismo.  Tale piano avrà effetti positivi, più in generale, sulle famiglie, dal momento che alleggerirà le spalle di genitori, nonni e parenti che, ad oggi, si fanno carico di mantenere figli e nipoti che non riescono a trovare un’occupazione o l’hanno persa.

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