Cina. Crollo dello yuan per mantenere primato export

ROMA –  La banca centrale di Pechino ha deciso di deprezzare dell’1,6 per cento la moneta cinese nei confronti del dollaro, dopo che ieri aveva abbassato il cambio di riferimento dell’1,9 per cento.

È il più grande abbassamento del tasso dello yuan degli ultimi due decenni nei confronti del dollaro. La crisi della moneta cinese ha così destabilizzato le borse: in sofferenza l’indice di Tokyo (-1,6 per cento) e in forte ribasso l’apertura dei mercati europei.

Al momento sono forti le pressioni politiche in Cina sulla banca centrale per svalutare ancora lo yuan e favorire l’export e l’economia. Lo rivelano fonti vicine ai circoli governativi, secondo le quali la spinta e’ per svalutazioni graduali, che evitino fughe di capitali e non disincentivino l’utilzzo dello yuen nelle transazioni internazionali. In due giorni lo yuan ha finora lasciato sul terreno intorno al 4%, dopo due svalutazioni pilotate dalla banca centrale che stanno destabilizzando i mercati internazionali e che sono volte a dare una mano all’export, in una fase di rallentamento dell’economia cinese.

Secondo gli esperti cinesi il deprezzamento dello yuan per essere efficace e aiutare veramente l’economia dovrebbe essere intorno al 10%. Il ministero del Commercio di Pechino ieri ha ufficialmente apprezzato la svalutazione e le fonti assicurano che nel dicastero si e’ brindato per la decisione della banca  centrale di abbandonare la politica dello yuan forte, che favorisce il potere d’acquisto interno e spinge le imprese cinesi a usare lo yuan negli investimenti esteri. Fino alle recenti svalutazioni, lo yuan si era apprezzato in 12 mesi del 14%. Il premier, Li Keqiang ha ripetutamente negato che Pechino intendesse procedere a delle svalutazioni, pur lanciando l’allarme per il rallentamento dell’economia. Probabilmente a far pendere l’ago della bilancia verso la svalutazione e’ stato il dato shock di luglio sul calo dell’8,3% delle esportazioni cinesi. Il governo di Pechino ha fissato un taget di crescita dell’economia del 7% quest’anno e intende non scostarsi troppo da questo obiettivo nei prossimi 5 anni. 

Condividi sui social

Articoli correlati