La banca cinese centrale salva la borsa con 150 miliardi

PECHINO – Ancora una volta la Banca centrale cinese è intervenuta in sostegno del sistema bancario iniettando nuova liquiditù per 150 miliardi al tasso del 2,35% Il governo di Pechino salva così le Borse cinesi dal rischio di una nuova chiusura negativa, intervenendo nel finale di seduta acquistando azioni.

L’obiettivo del governo è stabilizzare il mercato azionario prima della parata militare del 3 settembre che celebrerà la vittoria sul Giappone nella Seconda guerra Mondiale.

Intanto pesa il calo delle quotazioni internazionali del petrolio sui bilanci dei colossi energetici cinesi, tre dei quali hanno diffuso oggi i bilanci semestrali. PetroChina, maggior produttore di idrocarburi cinese, ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 25,4 miliardi di yuan (3,97 miliardi di dollari), in calo del 63% rispetto all’analogo periodo del 2014. Sinopec, attiva

soprattutto nel settore raffiniero, ha invece realizzato profitti per 24,43 miliardi di yuan (3,81 miliardi di dollari) nei primi sei mesi del 2015, con una flessione tendenziale del 22,3%. Male anche i conti di Cnooc, maggior produttore di greggio offshore del Paese, con 14,73 miliardi di yuan (2,3 miliardi di dollari) guadagnati nel primo semestre, in calo del 56,1%. 

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