Riforma pensioni, rivoluzione in vista? Poletti, stiamo lavorando, ipotesi fantasiose

ROMA – In vista del varo della legge di stabilità il Governo sta accelerando sul sistema previdenziale, cominciano ad uscire le prime indiscrezioni sulle possibili modifiche.

I tempi di fatto sono stretti, e dagli uffici tecnici non si esclude che le modifiche alla legge Fornero possano confluire in un emendamento che il Governo presenterà successivamente durante l’iter in Parlamento. La volontà politica di intervenire, secondo quanto si apprende, c’è ma restano fondamentali e imprescindibili i problemi di copertura. C’è quindi bisogno ancora di tempo per mettere nero su bianco le varie simulazioni di spesa. 

L’obiettivo sarebbe di favorire una maggiore flessibilità in uscita e quindi di accompagnare il turn over in modo graduale, la precedenza negli interventi sarebbe data alle donne e per chi ha perso il lavoro ma non ha ancora raggiunto, seppur per poco, i requisiti minimi per andare in pensione.

Per quest’ultimi, si sta studiando un prestito pensionistico: vale a dire, a chi mancano due-tre anni per maturare i requisiti per la pensione potrebbe essere consentito di lasciare il lavoro contando su una sorta di anticipo pensionistico, da restituire poi attingendo ai trattamenti

futuri. Il prestito sarebbe circoscritto a chi ha già perso il lavoro o rischia di perderlo o non rientra nelle tutele per gli esodati. In realtà il problema  esodati  resta però un capitolo a parte di cui si parlerà giovedì prossimo in Parlamento i Ministri dell’Economia Padoan e del Welfare Poletti: si sta pensando ad una nuova salvaguardia che permetterebbe loro un’uscita anticipata rispetto alle regole attuali. 

Si rafforza intanto l'”opzione donna”, ossia la possibilità per le donne di andare in pensione dai 57 anni di eta’ e 35 anni di contributi ma con il metodo contributivo. Questo equivarrebbe per la lavoratrice ad una penalizzazione del 25-30%. C’e’ poi l’opzione di anticipare l’uscita a 62 anni, con una penalizzazione del 2% annuo fino all’8% come suggerito da Damiano e Baretta: la misura costerebbe oltre 4 miliardi. Il problema sta nella copertura finanziaria, ma non e’ escluso che questa percentuale possa salire fino al 12% in modo tale da ridurne i costi.

Rispetto a queste indiscrezioni, tuttavia, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti parla di ipotesi fantasiose. “Stiamo lavorando come ha detto il presidente del consiglio, adesso analizziamo tutte le opzioni possibili. Ho visto che escono fantasiose anticipazioni ma non nulla hanno a che fare con il lavoro che stiamo portando avanti. Adesso dobbiamo fare tutte le previsioni, simulazioni e valutazioni, poi insieme collegialmente il consiglio dei ministri deciderà” – ha detto Poletti. Tutte le ipotesi  uscite “sono fantasiose”, ha tenuto ancora a precisare.”Quando uscirà la legge di Stabilità, dove vengono scritte  le norme, se ci saranno scritte, perché a quel punto vorrà dire che avremo fatto tutte le valutazioni e preso una decisione, lo saprete. Non c’è nessuna anticipazione sulla materia”, ha concluso.

Il premier e segretario Pd, Matteo Renzi, parlando alla Direzione del partito ha detto: “Condivido totalmente la linea di Pier Carlo Padoan: dobbiamo dire con chiarezza che i conti pensionistici non si toccano. Non andiamo a intervenire mettendo una voce in più per i conti pensionistici. Ma se esiste la possibilità per la quale in cambio di un accordo si possano
consentire forme di flessibilità in uscita che magari hanno un costo immediato che si recupera in futuro, credo sia giusto verificare e studiare: se esistono le condizioni per farlo io credo che sia una scelta di buon senso che stiamo studiando”.

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