Piccoli azionisti sul lastrico dopo il decreto Salvabanche

ROMA – E’ caos dopo il decreto salva banche. la Federconsumatori lancia un allarme preciso: “Continuano a rivolgersi ai nostri sportelli numerosi cittadini, spesso disperati, che all’indomani del salvataggio di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, si sono ritrovati con i propri risparmi azzerati. Con pratiche scorrette, le banche, infatti, avevano indotto i propri clienti ad investire su prodotti finanziari ad alto rischio, tralasciando la necessaria ed opportuna informazione sulla pericolosità di tali investimenti”.

“Le segnalazioni che ci pervengono sono allarmanti:  – continua la nota dell’associazione consumatori – stiamo parlando di 130.000 piccoli azionisti e 20.000 sottoscrittori di obbligazioni subordinate che, con il decreto Salvabanche, si trovano ora in possesso di titoli e obbligazioni del valore di carta straccia. La preoccupazione non proviene solo dai cittadini direttamente coinvolti, che addirittura in alcuni casi paventano minacce all’ordine pubblico, ma anche da parte di migliaia di cittadini terrorizzati da ciò che potrebbe avvenire ai propri risparmi. Un effetto motivato poiché dal 1° gennaio entrerà in vigore il famigerato bail-in, vale a dire quel provvedimento che, in caso di crisi di un istituto bancario, chiama a farsi carico delle perdite anche soci e correntisti con depositi oltre i 100 mila euro. È indispensabile fornire ai cittadini tutte le informazioni relative a questo provvedimento, mettendoli al corrente di cosa prevede tale provvedimento e di quali sono i rischi a cui vanno incontro. Intanto, relativamente al salvataggio, chiediamo un intervento urgente del Governo per risolvere la situazione di vera e propria emergenza che stanno vivendo i cittadini coinvolti.

Ricordiamo ai risparmiatori e piccoli azionisti interessati da tale vicenda che Federconsumatori e Adusbef stanno raccogliendo le deleghe per azioni risarcitorie contro i responsabili dei dissesti e la Banca d’Italia, che non è riuscita a prevenire quanto accaduto, nonostante i molteplici segnali di allarme. In tal senso avvieremo un esposto alle Procure della Repubblica.”  

Della stessa opinione anche il Movimento 5 Stelle:   “Il decreto salva-banche viola in modo evidente gli articoli 3 e 53 della Costituzione, ossia l’uguaglianza di fronte alla legge e la proporzionalità del prelievo fiscale in ragione della capacità contributiva. Siamo di fronte a una moltitudine di favori al sistema bancario a scapito dei piccoli risparmiatori”, denunciano i deputati M5S che hanno discusso in aula la pregiudiziale sul provvedimento emanato in favore di Banca Marche, Popolare Etruria, CariChieti e CariFerrara.

“Non è vero che in questa operazione non ci siano costi per lo Stato. I contributi versati al Fondo dalle banche maggiori possono essere oggetto di deduzione a fini Ires e anche le sofferenze bancarie vanno in sconto sulle tasse. Inoltre, la stessa ratifica della settimana scorsa spiega che lo Stato potrebbe dover intervenire, in ultima istanza, se le risorse del nascente Fondo di risoluzione non bastassero. Quindi, il bail-in non esclude e non manda in soffitta il bail-out, che rimane in forma mascherata”, aggiungono gli eletti M5S in Commissione Finanze.
“Il governo e Bankitalia hanno gestito nel modopeggiore la situazione. Prima hanno lasciato incancrenire gli effetti di gestioni manageriali scriteriate, sempre orientate a favore di amici eclientele. Poi Palazzo Koch ha messo in atto dei commissariamenti inutili e ora decine di migliaia di risparmiatori rimangono in lacrime di fronte a risparmi azzerati in modo arbitrario, così come è stata arbitraria la fissazione del deprezzamento delle sofferenze”. “Il M5S non ci sta – concludono i deputati Cinquestelle – e chiede che il provvedimento venga immediatamente ritirato”.
  

  

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