Imu e Tasi. Per le imprese una batosta da 5 miliardi

Capannoni: nel 2015 il 68 per cento dei Comuni capoluogo di provincia ha applicato l’aliquota massima

VENEZIA – Entro il prossimo 16 dicembre anche gli imprenditori saranno chiamati a versare la seconda rata di Imu e Tasi che complessivamente costerà 5 miliardi di euro.  Al lordo del risparmio fiscale, fa sapere la CGIA, lo sforzo maggiore sarà richiesto agli albergatori che mediamente saranno chiamati a versare 6.000 euro circa. Seguono i proprietari dei grandi magazzini commerciali (categoria catastale D8), con poco più di 4.000 euro, e i “capitani” delle grandi industrie (D7), con 3.240 euro. Se per i capannoni di minori dimensioni (D1), gli artigiani e i piccoli imprenditori pagheranno poco più di 2.020 euro, per gli uffici e per gli studi privati (A10) i liberi professionisti verseranno un’imposta media di 1.010 euro. Infine, il saldo su negozi (C1) e laboratori (C3) costerà ai commercianti e ai piccoli artigiani  rispettivamente 492 e 378 euro.

L’Ufficio studi della CGIA fa sapere che è giunto a questi risultati utilizzando, per ciascuna tipologia di immobile strumentale, le aliquote medie risultanti dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze. Per ogni tipologia di immobile sono state utilizzate le rendite catastali medie ricavate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate.

Le brutte notizie, purtroppo, non finiscono qui. Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, ricorda:

“Dal 2011, ultimo anno in cui abbiamo pagato l’Ici, al 2015, l’incremento del carico fiscale sugli immobili ad uso produttivo e commerciale è stato spaventoso. Tutto ciò ha dell’incredibile. E’ utile ricordare, soprattutto ai Sindaci, che il capannone, ad esempio, non viene esibito dall’imprenditore come un elemento di ricchezza, bensì è un bene strumentale che serve per produrre valore aggiunto, dove la superficie e la cubatura sono funzionali all’attività produttiva esercitata. Accanirsi fiscalmente su questi immobili come è avvenuto in questi ultimi anni non ha alcun senso, se non quello di fare cassa, danneggiando l’economia reale del Paese e, conseguentemente,  l’occupazione”.

Gli aumenti verificatisi negli ultimi anni per singola tipologia di immobile strumentale sono stati molto pesanti. Dal 2011al 2015, l’incremento del carico fiscale al lordo del risparmio fiscale sugli uffici ha toccato il 145,3 per cento. Per i negozi l’aumento è stato del 140,5 per cento, per i laboratori artigianali del 109,6 per cento, mentre per gli alberghi, per i grandi magazzini commerciali e per i capannoni industriali il prelievo è quasi raddoppiato.

 Nel 2015 la situazione è stata particolarmente difficile soprattutto per i proprietari di capannoni:

“Dall’analisi delle delibere prese quest’anno dai Comuni capoluogo di provincia – prosegue Zabeo – abbiamo rilevato che il 68 per cento ha applicato sui capannoni  un’ aliquota Tasi + Imu pari o superiore al valore massimo. Ricordo che gli enti locali possono superare l’aliquota massima del 10,6 per mille di altri 0,8 punti, nel rispetto di precisi vincoli e con l’avvertenza che il maggior gettito vada ad abbassare il carico fiscale alle famiglie bisognose”.

Dalla CGIA, infine, segnalano che il prossimo 16 dicembre sarà una giornata di “passione” per milioni di imprenditori italiani. Oltre al pagamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, le imprese saranno chiamate a versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei dipendenti e dei collaboratori. Inoltre,  coloro che hanno optato per il pagamento su base mensile dell’Iva dovranno versare all’erario quella riferita al mese di novembre.

“Se si considera che entro Natale bisognerà pagare anche le tredicesime – conclude Zabeo – per moltissime imprese non sarà facile recuperare la liquidità necessaria per onorare tutte queste scadenze”.

IL PRELIEVO DEL 16 DICEMBRE 2015 SUGLI IMMOBILI STRUMENTALI (*)

(importi in euro)

Tipologie di immobili

2° rata
IMU +TASI

Alberghi e pensioni (D2)

6.003

Capannoni attività commerciale (D8)

4.016

Capannoni attività industriale (D7)

3.240

Opifici – capannoni (D1)

2.023

Uffici e studi privati (A10)

1.010

Negozi e botteghe (C1)

492

Laboratori arti e mestieri (C3)

378

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze

(*) al lordo del risparmio fiscale

IL PRELIEVO MEDIO ANNUO SUGLI IMMOBILI STRUMENTALI (*)

(importi in euro)

Tipologie di immobili

2011
ICI

2012
IMU

2013
IMU

+ maggiorazione Tares

2014
IMU +TASI

2015
IMU +TASI

Uffici e studi privati (A10)

823

1.870

1.942

2.011

2.019

Negozi e botteghe (C1)

410

914

949

983

985

Laboratori arti e mestieri (C3)

360

697

758

752

755

Alberghi e pensioni (D2)

6.047

10.298

11.849

11.925

12.006

Capannoni attività commerciale (D8)

4.049

6.860

7.990

7.978

8.032

Capannoni attività industriale (D7)

3.276

5.550

6.432

6.417

6.480

Opifici – capannoni (D1)

2.047

3.462

4.038

4.019

4.046

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze

(*) al lordo del risparmio fiscale

 

Tipologie di immobili

Variazione % 2015

su

2011

Uffici e studi privati (A10)

+ 145,3%

Negozi e Botteghe (C1)

+ 140,5%

Laboratori arti e mestieri (C3)

+ 109,6%

Alberghi e Pensioni (D2)

+ 98,6%

Capannoni attività commerciale (D8)

+ 98,4%

Capannoni attività industriale (D7)

+ 97,8%

Opifici – capannoni (D1)

+ 97,7%

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze

(*) al lordo del risparmio fiscale

Note

Si sono utilizzate le aliquote medie annue risultanti dalla analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze. Per ogni tipologia di immobile sono state utilizzate le rendite catastali medie ricavate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate.

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