La visione troppo ottimistica dell’Istat e non aiuta la ripresa

Fondamentale agire per un rilancio concreto dell’occupazione

ROMA – Troviamo alquanto singolari ed ottimistiche le stime dell’Istat diffuse oggi, secondo le quali, per le famiglie, “gli attuali livelli del clima di fiducia si associano alla crescita del reddito disponibile”. Ci chiediamo a quale crescita del reddito disponibile facciano riferimento. Inoltre, aggiunge l’Istituto di Statistica “per le imprese non c’è ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi in presenza di un peggioramento del clima di fiducia e una riduzione delle prospettive di crescita”. 

Due dati che contrastano e stridono nettamente tra loro. Se non aumentano i ritmi produttivi e non vi sono prospettive di crescita come possono aumentare sensibilmente i redditi delle famiglie? Si tratta di piccole oscillazioni, di carattere certamente non strutturale. Per una vera e duratura ripresa, sia del reddito che della produzione, è indispensabile intervenire concretamente sul versante del lavoro. Non dimentichiamo che, oggi, la disoccupazione ancora su livelli allarmanti incide pesantemente sui redditi e sulle abitudini familiari.

Ogni disoccupato pesa sulle spalle delle famiglie (nonni, genitori, parenti), che rappresentano la vera forma di welfare, con un onere di circa 450 euro mensili.

Per invertire tale tendenza, rilanciando i redditi e la domanda interna, è fondamentale che il Governo avvii con urgenza il Piano Straordinario per il Lavoro che invochiamo da tempo, attraverso lo stanziamento di investimenti per:

– l’innovazione e la ricerca;

– la realizzazione di infrastrutture, soprattutto al Sud;

– la realizzazione di un programma di sviluppo per il settore del turismo, vera risorsa del nostro Paese;

– la messa in sicurezza del patrimonio culturale e scolastico.

Come ripetiamo da tempo, il lavoro rimane la vera priorità per il nostro Paese. Dare occupazione ai giovani è un dovere etico, ancor prima che una necessità di carattere economico.. Fino a quando il Governo non si deciderà ad affrontare seriamente tale emergenza e fino a quando illustri centri di ricerca offriranno la sponda per sostenere che “tutto va nel migliore dei modi”, la vera ripresa sarà sempre più lontana.

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