Lavoro: Inps, boom di voucher, venduti per 115 milioni

ROMA  – Nel 2015 sono stati venduti oltre 115 milioni di voucher (115.079.713), un numero in deciso aumento rispetto al totale di 69.181.075 del 2014 (+66,3%) e di 40.787.817 del 2013 (+182,1%).

E’ quanto emerge dagli ultimi dati sul lavoro accessorio pubblicati dall’Inps, che fotografano la progressiva estensione ed il relativo boom dei buoni lavoro del valore nominale di 10 euro lordi. Complessivamente, da agosto 2008 (inizio della sperimentazione sull’utilizzo dei voucher per le vendemmie) al 31 dicembre 2015 ne risultano venduti 277,2 milioni (277.193.002 per l’esattezza).

Per quanto riguarda il numero di lavoratori retribuiti con almeno un ‘buono’, anch’esso è cresciuto costantemente negli anni, arrivando a sfiorare 1,4 milioni nel 2015 (1.380.030, in aumento del 35,6% rispetto a 1.017.220 del 2014). Di questi, il numero di nuovi lavoratori è stato pari a 809.341, vale a dire il 59%. Il numero medio di voucher riscossi dal singolo lavoratore è, invece, rimasto sostanzialmente invariato: circa 60 voucher l’anno dal 2012 in avanti (64 la media nel 2015). Poiché l’importo netto che il lavoratore riscuote per ogni voucher è di 7,50 euro, risulta – come si legge nella stessa statistica in breve Inps – che il compenso annuale medio netto dal 2012 in poi non è mai arrivato a 500 euro. La diffusione crescente del lavoro accessorio è legata anche alle numerose modalità di distribuzione dei voucher: quella prevalente si conferma il circuito dei tabaccai. Considerando il periodo dal 2008 al 2015, la tipologia di attività per la quale è stato complessivamente acquistato il maggior numero di voucher è il Commercio (17,5%). Consistente la voce “altre attività” (34,1%), che include “altri settori produttivi”, “attività specifiche d’impresa”, “maneggi e scuderie”, “consegna porta a porta”, altre attività residuali o non codificate: questo, sottolinea l’Inps, è “il riflesso della storia del lavoro accessorio, all’origine destinato ad ambiti oggettivi di impiego circoscritti (quindi codificabili), negli anni progressivamente ampliati, fino alla riforma contenuta nella legge 92 del 2012”, la riforma del lavoro Fornero, “che permette di fatto l’utilizzo di lavoro accessorio per qualsiasi tipologia di attività”. Il ricorso ai voucher è concentrato soprattutto nel Nord del Paese: il Nord-Est con 104,3 milioni di voucher venduti tra il 2008-2015 incide per il 37,6%, mentre il Nord-Ovest con 81,0 milioni incide per il 29,2%. Tra le regioni, in testa si piazza la Lombardia, con 47,5 milioni di buoni lavoro venduti; seguono il Veneto (38,4 milioni) e l’Emilia-Romagna (34,2 milioni). L’età media è andata decrescendo e la percentuale di donne progressivamente aumentando: nel 2015 risulta superiore al 50% (in totale 710.399).

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