Entro domani gli italiani verseranno 51,6 miliardi di tasse

VENEZIA – Tra ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap, addizionali comunali/regionali Irpef, etc., le imprese e le famiglie italiane dovranno versare entro domani ben 51,6 miliardi di euro di tasse. Di questi, 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni.   Dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio, infine, gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro.

In termini assoluti, il versamento più oneroso riguarderà le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che attraverso il sostituto di imposta saranno trasferite dalle imprese all’erario per un importo pari a 11 miliardi di euro. 

Con l’abolizione della Tasi sulla prima casa, che per l’anno in corso ci consente di risparmiare 3,5 miliardi di euro, l’impegno economico più importante del 2016 per le famiglie italiane verrà dal pagamento della prima rata dell’Imu-Tasi sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Dei 10,2 miliardi di euro di gettito previsti dal pagamento della prima rata da queste due imposte gravanti su tutti gli immobili presenti nel Paese, quelli ascrivibili alle famiglie ammonteranno a circa 5 miliardi di euro.

La CGIA ricorda che entro domani, comunque, non tutti i possessori di una prima casa saranno esonerati dal pagamento delle tasse (Imu-Tasi). Per i proprietari di ville,  di abitazioni di lusso e di dimore signorili (categorie catastali A1, A8 e A9), infatti, i tributi saranno dovuti. Secondo una stima dell’Ufficio studi, la prima rata dell’Imu relativa a questa tipologia di immobili consentirà ai Comuni di incassare 45,6 milioni di euro. 

Altrettanto oneroso sarà il pagamento del saldo 2015 e dell’acconto 2016 relativo all’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali). Le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. Tuttavia, le aziende con dipendenti beneficeranno di un minore peso fiscale Irap, grazie all’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro. Novità, quest’ultima, introdotta con la legge di Stabilità 2015 (e applicata dal periodo di imposta 2015) che vale circa 5,6 miliardi di euro l’anno; 4,3 miliardi se si considerano gli effetti indiretti sulla base imponibile Ires/Irpef. 

L’Irpef, in capo agli imprenditori individuali, soci di società di persone e percettori di redditi diversi da quelli da lavoro dipendente e pensione, invece, assicurerà all’erario 4 miliardi di euro.  

L’Ufficio studi della CGIA fa notare che il gettito di ciascuna imposta definita in questa elaborazione è stato stimato sulla base dell’andamento registrato negli ultimi anni. Oltre a ciò, si è tenuto conto delle principali modifiche legislative intervenute nel frattempo. 

Nella giornata di ieri il Governo ha deciso di far slittare al 6 luglio 2016 il termine per effettuare i versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi, Irap e unificata per i contribuenti soggetti agli studi di settore. La misura ha il sapore di una beffa, perché ancora una volta arriva all’ultimo istante quando una buona parte dei contribuenti ha già effettuato il pagamento. In linea puramente teorica, dei 51,6 miliardi di euro da pagare entro domani, almeno 4 miliardi potrebbero finire nelle casse  degli enti di riscossione entro il prossimo 6 luglio.

“Dal pagamento di tutte queste tasse – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi  della CGIA Paolo Zabeo – si evince  che il processo di semplificazione fiscale iniziato quindici anni fa sta segnando il passo. Oltre a ridurre il carico fiscale, bisogna assolutamente sfoltire la giungla normativa che compone il nostro ordinamento tributario, per consentire ai piccoli imprenditori di liberarsi da una burocrazia e da un numero di adempimenti che sono diventati eccessivi ed estremamente costosi. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non possiedono una struttura amministrativa in grado di adempiere a tutte queste incombenze”.     

La CGIA sottolinea che entro domani i datori di lavoro pagheranno le ritenute dei propri dipendenti e degli eventuali collaboratori, i committenti quelle dei professionisti per le prestazioni ricevute da questi ultimi, mentre le imprese e i lavoratori autonomi devono onorare l’Iva. Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, come pure i contribuenti con redditi sui quali non sono state trattenute completamente le imposte dovranno versare il saldo 2015 e la prima rata d’acconto 2016 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap. Inoltre, saranno chiamati a corrispondere anche il tributo camerale che in questi ultimi anni ha subito una forte riduzione. A seguito della riforma delle Camere di Commercio voluta dal Governo Renzi, infatti, nel 2015 il diritto annuale è diminuito del 35 per cento, nel 2016 la contrazione è destinata a salire al 40 per cento per attestarsi al 50 per cento nel 2017.

“Con un fisco più semplice – conclude il Segretario della CGIA Renato Mason – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficiente nel contrastare gli evasori/elusori fiscali. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita anche agli operatori del fisco che, comunque, continuano ad essere uno dei settori più virtuosi della nostra Pubblica amministrazione”. 

Sebbene sia stata eliminata la Tasi sull’abitazione principale, si ricorda che a giugno i contribuenti saranno comunque chiamati al versamento della prima rata della Tasi e dell’Imu sui seguenti immobili: seconde case a disposizione, quelle locate, gli immobili strumentali e le abitazioni principali di lusso. Per stimare il gettito si è partiti da quello registrato nel 2015, riducendolo di 4,6 miliardi per tenere conto delle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016 che, come ricordavamo più sopra,  ad eccezione delle case di lusso ha abolito la Tasi sull’abitazione principale, l’Imu sulle attività agricole e sugli “imbullonati”.

La CGIA tiene infine a precisare che nei pagamenti che verranno effettuati entro il 16 giugno non sono stati inclusi i contributi previdenziali. Si ricorda, inoltre, che le scadenze del versamento della Tari (Tassa rifiuti)  sono stabilite dai Comuni che devono prevedere almeno due rate all’anno. In questa analisi è stato ipotizzato che il tributo venga versato in 4 rate e che una di queste scada nel mese di giugno. Dall’analisi dei bilanci consolidati dei Comuni elaborati dall’Istat, si è stimato che il gettito complessivo della Tari per l’anno in corso sia di 8,2 miliardi di euro: pertanto, dividendo questo importo per 4, si arriva a stimare il gettito medio della Tari in circa 2 miliardi di euro per ciascuna rata.

LE SCADENZE FISCALI DEL

16 GIUGNO 2016

GETTITO

(milioni di euro)

ENTI DI

RISCOSSIONE

Ritenute Irpef dipendenti e collaboratori

11.002

Erario

Tasi/Imu (a)

10.254 (*)

Comuni/Erario

Ires (b)

8.584

Erario

Iva (c)

8.183

Erario

Irpef (d)

4.000

Erario

Irap (e)

3.814

Regioni

Tari (f)

2.067

Comuni

Addizionale regionale Irpef

1.465

Regioni

Ritenute Irpef liberi professionisti

1.028

Erario

Addizionale comunale Irpef

579

Comuni

Diritto annuale Camera di Commercio (g)

500

Camere di Comm.

Ritenute bonifici detrazioni Irpef (h)

146

Erario

TOTALE

51.622

 

Fonte: Ufficio studi CGIA

(*) di cui 1,9 miliardi di euro vengono incassati dall’erario dall’applicazione dell’Imu 

(con aliquota al 7,6 ‰) sugli immobili a uso strumentale appartenenti alla categoria 

catastale D. 

(a) Tassa sui servizi indivisibili/Imposta municipale sugli immobili. Quest’anno si paga l’Imu e la Tasi sulla prima casa solo su ville, edifici signorili e di lusso (categorie catastali A1,A8 e A9) e l’Imu e la Tasi  sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Rispetto al 2015, l’abolizione della Tasi sulla prima casa (che non include gli edifici A1,A8 e A9), dell’Imu sugli imbullonati e dell’Imu sui terreni agricoli consente agli italiani di risparmiare 4,6 miliardi di euro. Si ricorda che solo per gli immobili appartenenti alla categoria catastale D (capannoni, centri commerciali, etc.), il gettito proveniente dall’applicazione dell’aliquota base Imu (pari al 7,6 ‰) viene incassato dall’erario che nel 2016 dovrebbe incassare complessivamente 3,8 miliardi di euro;

(b) Imposta sui redditi delle società di capitali. Versamento del saldo 2015 e acconto 2016;

(c) Imposta sul valore aggiunto. Versamento del mese di maggio dei contribuenti (imprese e lavoratori autonomi) con scadenza mensile;

(d) Imposta sui redditi delle persone fisiche. Versamento del saldo 2015 e acconto 2016 in capo agli imprenditori individuali, soci di società di persone, lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti e pensionati con altri redditi;

(e) Imposta regionale sulle attività produttive. Versamento del saldo 2015 e acconto 2016. Da questa scadenza le imprese beneficiano dell’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro introdotto con la legge di Stabilità 2015 che vale circa 5,6 miliardi di euro l’anno;

(f) Tassa rifiuti. In questa analisi abbiamo ipotizzato che il tributo venga versato in 4 rate annue e che una di queste scada nel mese di giugno;

(g) a seguito della riforma delle Camere di Commercio voluta dal Governo Renzi, nel 2015 il diritto annuale è diminuito del 35%, nel 2016 la contrazione è destinata a salire al 40% per attestarsi al 50% nel 2017;

(h) operazione sostenuta dagli istituti di credito a fronte di pagamenti con bonifico effettuati da privati a favore di aziende che hanno eseguito lavori di ristrutturazione edilizia/risparmio energetico.

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