Ue: in corso contatti per evitare infrazione

ROMA  – “Sono in corso in questi giorni contatti con la Commissione per valutare i passi opportuni per evitare l’apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell’economia nazionale a partire dal 2014 ma ancora debole”: lo riferiscono fonti del ministero dell’Economia e delle Finanze, in merito alle notizie di stampa su un’eventuale richiesta da Bruxelles di manovra aggiuntiva per l’Italia. “Non e’ ancora pervenuta alcuna lettera dalla commissione europea”, aggiungono le stesse fonti.

La Commissione europea avrebbe inviato la scorsa settimana una richiesta di manovra aggiuntiva di circa 3,4 miliardi in assenza della quale l’Italia rischia una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. “In merito ad anticipazioni di stampa relative a una richiesta di aggiustamento di bilancio da parte della Commissione europea”. Le stesse fonti ricordano inoltre il 5 dicembre scorso “si e’ tenuta una riunione dell’Eurogruppo nella quale i ministri delle finanze della zona euro hanno invitato l’Italia fare passi utili ad assicurare che il bilancio 2017 risulti conforme alle regole del Patto di stabilita’ e crescita. Tali passi sarebbero cruciali per evitare l’apertura di una procedura di infrazione a causa dell’elevato livello di debito pubblico”. Il Governo italiano, spiegano ancora fonti del Mef, “ha gia’ ricordato che il percorso di riduzione del rapporto debito pubblico/Pil, stabilizzatosi rispetto alla tendenza degli ultimi 8 anni, non registra ancora un’adeguata propensione alla contrazione a causa di due fattori fuori dal controllo del Governo: l’andamento dei prezzi negativo che incide sull’andamento nominale del prodotto interno lordo (proprio oggi l’Istat ha confermato che in media nell’anno 2016 i prezzi al consumo hanno registrato una variazione negativa (-0,1%) come non accadeva dal 1959; le condizioni avverse dei mercati finanziari che non hanno reso possibile la cessione di beni del patrimonio dello Stato a condizioni adeguate (pur in presenza di una dinamica insoddisfacente del debito pubblico, infatti, e’ intenzione del Governo evitare di svendere asset nazionali)”. 

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