Al via la campagna di comunicazione “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”

Presentata a Roma il 29 luglio u.s. “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!” la nuova campagna di comunicazione realizzata da Confcooperative, promossa dal sistema cooperativo della filiera lattiero-casearia e cofinanziata dalla Commissione Europea.

Obiettivo della campagna è la valorizzazione del settore lattiero-caseario, della sua cultura produttiva e degli alti standard in tema di qualità, sicurezza e benessere animale che contraddistinguono il comparto.

Sono 600 le cooperative impegnate nel settore  situate  in Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto, Sardegna, Piemonte, Marche, Puglia, Campania e Calabria. Fatturano 7 miliardi di euro, danno lavoro a oltre 13.000 persone con 17.000 stalle associate che generano un giro d’affari di più di 7 miliardi di euro e garantiscono occupazione a oltre 13.000 addetti. Alle cooperative aderiscono circa 17.000 stalle, da cui viene raccolto oltre il 62% della materia prima nazionale, ovvero circa 7,5 milioni di tonnellate di latte. Forte la leadership anche nelle principali DOP casearie, che è pari al 70% nel Parmigiano Reggiano, del 63% nel Grana Padano, del 65% nell’Asiago.

La campagna  realizzata dall’agenzia di comunicazione Blancdenoir, prevede un programma di attività della durata triennale che si svolgeranno in Italia e Germania. Realizzata soprattutto per un pubblico giovane, invita, in primo luogo, a informarsi e a riflettere (think) per poter compiere scelte di consumo intelligenti (smart), dando la preferenza a prodotti europei come il latte (milk)

Le azioni previste sono indirizzate prevalentemente ai consumatori, ai giornalisti e agli influencer, per aumentare la fiducia dei cittadini, in particolare i più giovani, verso il consumo di latte, che viene presentato come un elemento distintivo, che ben si addice alle nuove generazioni.

«La campagna di comunicazione testimonia quanto il sistema cooperativo creda in un modello di promozione integrata a livello comunitario, in cui si condividono strategie e azioni con partner nazionali ed europei al fine di raggiungere con più efficacia gli obiettivi di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari europei all’interno dell’Unione e nei mercati internazionali» ha dichiarato Giovanni Guarneri, Coordinatore del settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari. «In questo contesto, sorprende l’orientamento della Commissione europea che negli ultimi anni ha operato una progressiva riduzione della linea di finanziamento destinata ai regimi di qualità». 

«Le Indicazioni Geografiche, di cui il settore lattiero-caseario italiano è leader mondiale (con 56 formaggi DOP e IGP riconosciuti), sono produzioni distintive dell’UE – ha proseguito Giovanni  Guarneri – in grado di dimostrare in ogni parte del mondo la ricchezza, il legame con il territorio, la sicurezza, la qualità, l’eccellenza di tutte le produzioni agroalimentari dell’Unione». 

 «L’Italian sounding si contrasta portando i nostri prodotti all’estero. Ridurre gli investimenti in promozione – ha sottolineato Gardini, presidente di Confcooperative – equivale a soffiare nelle vele del falso. Stimiamo una crescita tra il 10 e il 15% dell’Italian sounding che rischia di toccare i 105 miliardi di euro. Mentre è tempo di accelerare. Il recente accordo tra l’Unione europea e gli USA, per esempio, ha portato all’azzeramento dei dazi aggiuntivi introdotti da Trump che pesavano per oltre 60 milioni di euro sui nostri formaggi. Non è un caso che dopo la prima sospensione delle tariffe di marzo 2021, l’export caseario negli States è aumentato del 167% solo nel mese di aprile». C’è un’altra grande minaccia che incombe su latte e formaggi: l’etichettatura a semaforo, già adottata da diversi paesi europei. «Si tratta – ha spiegato Gardini – di un sistema fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta gli alimenti più sani e naturali proprio come quelli lattiero caseari». 

«Quella lattiero-casearia è una produzione di assoluta eccellenza che tutto il mondo ci invidia – ha continuato Maurizio Gardini – oltre ad avere indubbi valori nutrizionali, il latte e i formaggi hanno standard di qualità e di sicurezza tra i più elevati al mondo. Non solo, la produzione zootecnica è importante, oltre che per la nostra salute, anche per la sostenibilità ambientale e per il presidio del territorio. Le aziende zootecniche italiane prestano da tempo grandissima attenzione al benessere animale, ancor prima che tale tematica divenisse centrale nelle strategie della Commissione».

                  

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