G20: sì alle nuove regole per la finanza

SEUL – Ora la parola passa ai governi: questo il messaggio che Mario Draghi lancia al tavolo del G20, da cui incasserà domani il via libera alle nuove regole sulla finanza messe a punto dal Financial Stability Board (Fsb), organismo da lui presieduto. Via libera che di fatto potrebbe rappresentare l’unico vero punto di intesa trovato dai leader mondiali a Seul, insieme a quello sulla riforma dell’Fmi.

Anche se la cancelliera Angela Merkel, partecipando al G20 delle imprese (il cosiddetto B20), si è detta ancora insoddisfatta per quanto si sta facendo per impedire che in futuro si faccia ancora ricorso alle casse statali per salvare le banche in gravi difficoltà. Il ragionamento del governatore di Bankitalia – che ha partecipato alla cena con cui i Grandi del pianeta hanno aperto il summit coreano e che domani inteverrà nel corso dei lavori del vertice – è chiaro: tutti gli indicatori sulla crescita economica sono ancora fragili e disomogenei ed il rischio di nuove tensioni finanziarie resta elevato. Il pericolo di una recrudescenza della crisi, insomma, è ancora dietro l’angolo. Di qui l’appello – già contenuto in una lettera inviata ai leader del G20 – ad una «piena e coerente attuazione a livello internazionale» delle riforme finanziarie decise, senza più esitazioni. Solo così – afferma Draghi – queste riforme potranno avere «l’impatto desiderato sulla stabilità globale». Tra queste riforme c’è proprio la ricetta dell’Fsb, volta soprattutto a evitare che in futuro si verifichino nuovi casi Lehman Brothers, con banche troppo grandi per fallire senza gravi ripercussioni sull’intero sistema finanziario internazionale. Un piano d’azione che prevede anche un freno alle agenzie di rating e una stretta sui prodotti finanziari più rischiosi, come i derivati. Ma «molto resta da fare», sottolinea il governatore di Bankitalia rivolto ai governi dei Paesi industrializzati e dei Paesi emergenti, «e il vostro forte contributo e sostegno sarà necessario per portare a termine i cambiamenti richiesti a livello legislativo e regolamentare». Di qui anche la richiesta di rafforzare il ruolo dell’Fsb, consolidando «le sue capacità, le sue risorse e le sue regole di governance». Solo così l’organismo con sede a Basilea potrà «stare al passo con sfide sempre maggiori». Draghi insiste sulla necessità di ridurre al minimo i rischi legati alle banche a rischio sistemico, le cosiddette «too big to fail»: «Una delle lezioni più importanti della crisi – scrive nella lettera ai leader del G20 – è che le autorità finanziarie di vigilanza e gli organi regolamentari dovranno agire con maggiore tempestività rispetto al passato». E il nostro piano d’azione – ricorda – «richiederà riforme giuridiche in molti dei nostri Paesi», per far sì che la risoluzione delle crisi dei grandi gruppi finanziari non comporti perdite per i contribuenti«. Perciò l’Fsb raccomanda di aumentare la capacità di questi gruppi di assorbire le forti perdite, innalzando i requisiti di capitale minimo, ma prevedendo anche forme di fallimento controllate.

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