Adesso sono le banche a dirci che c’è la crisi

ROMA – Banca Intesa Sanpaolo scopre l’acqua calda e in un rapporto diffuso oggi  fanno sapere che le famiglie italiane consumano meno rispetto a prima, almeno l’1,5%  a  prezzi costanti. Cosa singifica? In termini di spesa procapite significa riportare i livelli indietro di quasi 30 anni rispetto al 2011, ovvero nei primi anni ’80.

Insomma le famiglie italiane non possono permettersi di mantenere un livello di vita come quello passato, perchè  i soldi – e non è una leggenza fantozziana – sono troppo pochi per arrivare alla fine del mese. E allora a differenza delle grandi opere che il governo favoleggia, le famiglie sono costrette a tagliare non solo il superfluo come le sigarette, ma anche il necessario, come la pasta e il pane. Quindi carrelli della spesa più leggeri e – aggiungiamo – spesso scelta dei prodotti in base alla convenienza e non alla qualità. Può bastare? Altro che.

L’unica nota stonata è che a metterci in guardia sia proprio un istituto bancario, probabilmente preoccupato per l’abbassamento del trend sui consumi che inciderà inevitabilmente anche sul Pil.
Ma se i soldi non ci sono e se  la banca non li presta con troppa facilità  come far ripartire l’economia? Recentemente alcuni istituti bancari si sono addirittura inventati della carte di credito a consumo. In pratica l’utente ha un budget a disposizione che una volta intaccato dovrà restituire alla Banca con gli opportuni interessi. Sempre meglio che sforare con lo scoperto che potrebbe riservare delle sorprese davvero spiacevoli per gli interessi passivi maturati.
Insomma se la pecunia non c’è basta qualche escamotage, tanto alla fine i soldi tornano sempre nelle casse di “Paperone”.

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