Pensioni. Perché nessuno è disposto a difenderle?

ROMA – Ormai a proteggere le pensioni non sembra pensarci più nessuno e, forse di conseguenza, ogni volta che c’è da raccattare qualche soldo i politici nostrani si scatenano in ingegnose trovate taglia assegni.

La proposta di manovra del Governo ha in sé diverse proposte di tagli ai trattamenti pensionistici che incidono in maniera anche forte sul tenore di vita dei nostri pensionati, percettori diretti di quei trattamenti,  oltre che dei nostri commercianti, che sono coloro che ‘godono’ della ridotta propensione al risparmio dei pensionati, dato che si rifletterà in una riduzione dei consumi al verificarsi di una riduzione del potere d’acquisto delle pensioni.
La proposta di impatto più forte è la riduzione dell’adeguamento Istat degli assegni, verrebbe infatti confermato per il biennio 2012-2013 il colpo di freno alla rivalutazione automatica delle pensioni nel testo definitivo della manovra inviato al Quirinale. In particolare ciò che e’ previsto è il blocco totale della rivalutazione per “la fascia dei trattamenti pensionistici superiore a cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps” mentre per le “fasce di importo dei trattamenti pensionistici compresi tra 3 e 5 volte” il minimo, l’indice a cui verranno rivalutati gli importi è ridotto del 45%. Così facendo si porrebbe un freno ai trattamenti pensionistici che il Governo giudica eccessivi, sul valore di tale giudizio ci limitiamo a ricordare che l’operazione colpirebbe, come ricorda  tra gli altri Romano Bellissima segretario generale della UIL Pensionati, i titolari di trattamenti “di importi netti a partire da mille euro mensili, derivanti da lavoro dipendente, pubblico e privato”, ed il colpo derivante dalla limatura del potere d’acquisto dovuta al mancato adeguamento all’indice Istat, in una fase come quella attuale in cui l’inflazione sta rialzando la testa, potrebbe essere piuttosto duro per tutti quei pensionati italiani che godono del privilegio di un assegno pari al canone di locazione di un appartamento in periferia.

Si inizia inoltre il più volte annunciato innalzamento dell’età di pensione delle donne contribuenti Inps che arriveranno progressivamente a 65 anni nel 2032.
Oltre a ciò è previsto il consueto innalzamento dell’età pensionabile ed il suo ancoraggio all’aspettativa di vita, che però è anticipato al 2014 mentre era fissato finora al 2015, ed una fantasiosa norma ribattezzata anti badanti per limitare la reversibilità delle pensioni per i nostri anziani che decidano di convolare a nozze con giovani badanti.

E sembra che chi ci governa si sia reso conto che la difesa del futuro sia ormai diventato un lusso per una generazione di italiani che non riesce più a fare i conti col presente, riuscendo così ad incidere in profondità lungo la linea di minima resistenza della difesa del tenore di vita futuro; per chi non riesce più a veder soddisfatti i propri bisogni oggi pensare di difendere i propri bisogni di domani non è ipotizzabile.

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