Prove di rimbalzo nella debole reazione di Piazza Affari

TRIESTE – Dopo l’ennesima settimana caratterizzata da pessimismo ed ansia, in bilico tra l’incertezza della congiuntura globale ed i condizionamenti provenienti dai così detti “market mover” (dati ed eventi di portata tale da influenzare il mercato), la nuova ottava si è presentata con un’ulteriore seduta debole per quasi tutti i listini europei che, dopo una partenza sulla parità, hanno chiuso pressoché invariati, con Parigi unica in negativo (-0,32%).

Le preoccupazioni degli investitori, già sfavorevolmente influenzate dalla chiusura negativa dei listini asiatici, possibile preludio all’apertura di una nuova area recessiva, sono legate all’odierna riunione dell’Ecofin, il Consiglio di Economia e Finanza dell’unione Europea, che, nel tardo pomeriggio ed a mercati ormai chiusi, discuterà della delicata situazione della Grecia.

Il parlamento di Atene ha approvato ieri un bilancio 2013 che prevede tagli per ulteriori 9,4 miliardi di euro per il prossimo anno, il sesto consecutivo di recessione; in realtà non ci si aspetta una decisione definitiva da Bruxelles in merito allo sblocco della prossima tranche di aiuti, quanto piuttosto una dichiarazione politica, fermi restando i problemi di copertura per i bond ellenici in scadenza a metà mese.

Piazza Affari in frazionale progresso (FTSE Mib +0,06%, FTSE Italia All Share -0,16%) nonostante l’allarme lanciato dagli analisti di Moody’s sulla crescita economica nazionale, con un’ulteriore flessione di un punto percentuale del Pil (Prodotto Interno Lordo) rispetto alla contrazione tra il 2% ed il 3% prevista per l’anno corrente; revisione al rialzo anche sulle stime per la disoccupazione, che dall’attuale 10-11% passerebbe al 10,5-11,5%.

Ultima tornata di trimestrali, concentrate sul comparto bancario: riflettori puntati su Unicredit ed Intesa SanPaolo, che domani comunicheranno i dati dei primi nove mesi del 2012. L’aumento delle sofferenze certificato da Bankitalia (15,3% su base annua) funesterà un trimestre già di per sé fiacco, anche se ci saranno probabilmente moltissime sfumature tra istituto ed istituto.

Sul fronte obbligazionario lo spread tra i Btp a 10 anni e gli equivalenti bund tedeschi a quota 367 Bp (Basis point) è poco sopra la chiusura dello scorso venerdì, con rendimenti superiori al 5%.

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