I rumors su Fiat valgono a Piazza Affari il primato in Europa

TRIESTE – Chiusura negativa per Piazza Affari venerdì scorso, sintomo del ritorno al prevalere dell’incertezza tra gli investitori, costretti a districarsi tra un’America in ripresa ma alla quale la Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) sta prospettando una riduzione delle operazioni di quantitative easing (alleggerimento quantitativo, creazione ed immissione di moneta nel mercato finanziario), e la paura che l’eccessiva corsa dei mercati, non supportati da un’altrettanto florida situazione economica reale, possa generare una nuova bolla speculativa.

Così, dopo quattro ottave consecutive all’insegna del rialzo, nel periodo compreso tra il 20 ed il 24 maggio Borsa Italiana è stata costretta a segnare il passo registrando una  perdita del 4,02% del FTSE Mib, l’indice che raggruppa le 40 società a maggior capitalizzazione di questo mercato, tale da ridurne il progresso da inizio anno al 3,83%; tra le principali cause di questa debâcle il massiccio stacco di dividendi nella seduta di lunedì (un impatto stimato nell’ordine dell’1,59%) e lo scivolone dei mercati internazionali avvenuto giovedì scorso, dopo il vertiginoso crollo dell’indice Nikkei (-7,3% pari a circa 314 miliardi di capitalizzazione).
Con le piazze di Londra e New York oggi chiuse per festività, la prima seduta della nuova settimana borsistica presenta un contesto macro economico piuttosto scarno e del tutto simile a quello che ha caratterizzato la precedente chiusura d’ottava; a tener banco ancora la politica monetaria giapponese e, per quel che concerne il Bel Paese, i rumors sulla possibile integrazione di Chrysler con Fiat.
Nella notte ha proseguito il rafforzamento dello yen sul dollaro fattore che, come noto, comporta una penalizzazione della competitività sulle esportazioni e quindi delle aziende giapponesi nel settore; per fronteggiare questo problema il governatore della Bank of Japan (BoJ) Haruhiko Kuroda ha chiesto maggior “aggressività” nella concessione dei prestiti agli istituti nipponici, ritenendola elemento fondamentale per portare l’economia fuori dalla deflazione, cioè dalla diminuzione del livello generale dei prezzi che deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi. La soluzione di tale questione era quanto la BoJ si prefiggeva di conseguire sin dalla massiccia iniezione di liquidità dello scorso aprile, anche se poi lo spostamento degli investimenti delle banche dai sicuri titoli di Stato verso attività più rischiose come la concessione del credito si stia dimostrando più difficoltoso di quanto precedentemente ipotizzato.
Per passare alle italiche vicende, secondo quanto riportato dall’autorevole Wall Street Journal sembra approssimarsi la fusione tra Fiat e l’americana Chrysler: il gruppo del Lingotto starebbe contattando diverse banche d’affari per definire il finanziamento di circa 20 miliardi di dollari con cui rilevare la quota di Chrysler ancora in mano a Veba (circa il 41%), il fondo sanitario dei dipendenti e pensionati della società di Auburn Hills, dopo che i contrasti sulla valorizzazione della partecipazione sembrano essere in via di superamento.
Stando alle dichiarazioni di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, effettuare l’operazione mediante un finanziamento piuttosto che tramite l’utilizzo dell’attuale liquidità di cassa non dovrebbe ripercuotersi sul merito creditizio dell’azienda, tanto da prevedere anche la quotazione a Wall Street della società che nascerà dalla fusione tra i due gruppi.
Seduta negativa per i listini asiatici, negativamente influenzati tanto dal pesante ribasso che ha interessato la Borsa di Tokyo (-3,22%), di cui abbiamo precedentemente analizzato le cause, quanto dall’annuncio della Cina di concrete attese per un rallentamento della sua crescita.

Inizio di ottava positivo per Piazza Affari (FTSE Mib +1,55%, FTSE Italia All-Share +1,44%) e le principali Borse europee (Francoforte +0,94%, Parigi +0,97%, Madrid +1,10%) nella giornata in cui New York e Londra sono chiuse per festività.
Ottenuto, con la raccomandazione di proseguire  sulla strada del risanamento dei conti pubblici, il nulla osta alla proposta di chiusura della procedura di deficit eccessivo che dovrebbe essere approvata mercoledì prossimo dalla Commissione Europea, Borsa Italiana ha chiuso la seduta odierna registrando la migliore performance del Vecchio Continente, con Fiat protagonista di giornata: il gruppo del Lingotto è balzato del 4,43% sui rumors del Wall Street Journal, mentre gli analisti di Intermonte, dopo averne alzato il target in base ad una nuova valutazione che considerasse i termini  della fusione, consigliano di acquistare il titolo in ottica speculativa.
Bene anche il comparto dei bancari con Montepaschi in rialzo (+ 1.75%) sulle rassicurazioni sul rimborso dei 4 miliardi di Monti Bond attraverso un incremento della redditività ed un taglio dei costi, progresso dell’1,66% per Mediobanca, prossima al collocamento di un nuovo prestito obbligazionario destinato alla clientela retail, recuperi di UniCredit ed IntesaSanpaolo rispettivamente del 2,05 e dell’1,59 per cento.
Sul fronte del debito sovrano si è registrata una leggera flessione dello spread tra il Btp ed il Bund decennali, con il differenziale tra titolo italiano (Btp maggio 2023) e tedesco chiusosi appena sotto i 260 Bp (Basis point, punti base) con un tasso del 4,04%, mentre il differenziale tra Spagna e Germania si è attestato a 286 Bp con un rendimento dei Bonos, i titoli di Stato spagnoli, al 4,30%.

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