Pd. Voto unitario per le regole e consentire la candidatura a Renzi che snobba l’Assemblea

ROMA – Come si dice, tutto è bene quel che finisce bene. E’ importante che l’Assemblea nazionale del Pd sia finita bene, con un noto unitario, pressoché unanime sui documenti, senza traumatiche divisioni, senza lo spargimento di sangue annunciato dai media, quando non auspicato, le guerre dichiarate da  Matteo Renzi, il grande assente che si è preso critiche anche da alcuni  suoi simpatizzanti che hanno partecipato alla riunione.

Renzi ha perso fra l’altro l’occasione di presentare al “ suo “ partito, il “ suo” programma , il “ suo” progetto” per il quale si candida, sottolinea Sergio Gentli, direzione Pd, esponente di Laboratorio per la sinistra.  In termini calcistici- dice. si tratta di un autogol clamoroso”.Forse,  suggeriamo malignamente non ha né programma né progetto.. Fra i delegati  molti commenti, molte critiche: “ “ Se ne va in giro, sta alla larga – afferma un , Massimo Pompil, dirigente del Pd romano così  sembra più libero. Alla fine vedremo se rispetterà le decisioni  democratiche assunte dall’assemblea oppure se le criticherà a prescindere pro domo sua”. E Franco Marini attaccava duramente. “ Non essere qui è  qualcosa che non possiamo  passare sotto silenzio. E’ un atteggiamento rispetto al partito che non può essere accettato”. E mentre l’assemblea si svolgeva in un clima di “confronto civile “, come diceva un delegato Renzi dal camper piazzato a Taranto, portava un nuovo attacco al gruppo dirigente del Pd, in prima persona a  D’Alema, annunciando che se vince lui cambia  tutto il  Pd, quasi le primarie fossero il congresso del partito. Ma  Bersani non se la prende e, pienamente soddisfatto dell’esito della assemblea mentre  il sindaco di Firenze assume toni sempre più acidi, esprime,  con pacatezza ,la sua soddisfazione  per l’esito dell’assemblea

Bersani: “ E’stato un capolavoro di democrazia. Siamo una cosa seria”

 “ E’ stato un capolavoro di democrazia.Siamo una cosa seria- afferma -. il Pd si conferma l’unico grande partito in Italia capace di discutere e decidere sul serio.” Poi scherzando con i giornalisti che gli chiedono  se è vero che cantato da baritono risponde di sì “ con Katia ricciarelli ad un matrimonio abbiamo “ Là ci darem la mano”. E con Renzi faremo un bel duetto”. Nel frattempo pare che  si avanzi una nuova candidatura quella di Valdo Spini, fiorentino come Renzi, con il quale  si è scontrato più volte.

 La conclusione dell’assemblea è importante   per quanto riguarda la salute di questo partito, ma, soprattutto, per il futuro del Paese., per la costruzione di una alleanza di centrosinistra aperta alle forze moderate, capace di vincere le elezioni. I documenti sulle regole le regole di cui si è discusso ormai da più di un mese, con continui attacchi da parte dei “ renziani” e di qualche fan veltroniano  contro i “ comunisti”, gli “ stalinisti,”  gli “oligarchi”, rei di voler limitare la partecipazione al voto, sono stati approvati con voto pressoché  unanime, otto voti contrari..
Rosy Bindi ha precisato che  vuol votare  “si deve iscrivere all’albo entro il giorno in cui sono aperte le urne. Chi non si è registrato non potrà votare  al secondo turno, a meno di dimostrare che stava male o era all’estero”

Per quanto riguarda l’affidamento a Bersani di   discutere con le altre forze politiche della coalizione sulle regole e sulla stesura del manifesto politico che chi si presenta al voto dovrà dichiarare di condividere il voto è stato unanime. Era stato lo stesso Bersani a chiedere il ritiro di emendamenti che non avrebbero consentito una soluzione unitaria. Per la “sospensione “ dell’articolo 18 dello statuto che prevede che sia il segretario ad essere l’unico candidato del partito e  consentire a Renzi e a chi altro di candidarsi c’è stato un voto a maggioranza.  Hanno votato a favore della deroga  575 delegati dei 612 presenti ( l’assemblea è costituita da 949 membri). .  La maggioranza assoluta richiesta era di 475 voti. . Proprio su questa modifica Bersani si è tolto un sassolino dalle scarpe ricordando che “si tratta dell’unica modifica in corsa” rispondendo cosi a Renzi che più volte si era lamentato perché si cambiavano le regole in corsa.

Fuori luogo il commento dei renziani

 A conclusione dei lavori stona il commento  che arriva dalla “ sala camper” il luogo in cui si riunivano i “renziani “senza Renzi, in giro su un altro camper. Roberto Reggi, l’organizzatore della campagna del sindaco di Firenze a proposito dei risultati dell’assemblea dice: “ Era quello che avevamo chiesto e abbiamo ottenuto grazie alla nostra determinazione e alla complicità delle persone ragionevoli intorno a Bersani”.  Quella parola “complicità” dà un’idea della politica come se fosse fatta di intrighi, trabocchetti, clientele. Non solo Reggi dimentica che tutta la campagna di stampa è stata fatta non contro una regola ma contro l’esistenza stesse della regole. Quando i “ renziani” si sono accorti che loro pretese non passavano e rischiavano di brutto, anche per quanto riguarda la deroga allo statuto sono venuti a più miti consigli.

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