Alfano & Berlusconi. Election day o crisi

ROMA – Senza election day il 10 febbraio il Pdl minaccia di aprire una crisi di governo. Nelle ultime ore, le stesse in cui milioni di elettori di centro sinistra stanno decidendo chi sarà il loro candidato premier, il dibattito si è fatto sempre più incandescente.

Berlusconi ci tiene proprio a mantenere il Porcellum e a far sfumare la riforma della legge elettorale, evitando così il problema delle preferenze e garantendosi un buon numero di deputati fedeli. È proprio per questo che ha imposto anche ad Alfano di assumere la linea dura: “Dobbiamo fare casino sull’election day, alzare il volume al massimo”- avrebbe detto Berlusconi ad Alfano.
“Noi chiederemo al Governo un election day che faccia risparmiare agli italiani 100 milioni di euro”- ha affermato Alfano. Il Pdl  non esclude di poter aprire una crisi di governo qualora l’esecutivo non ponesse “rimedio immediato” al nodo dell’election day. “

È molto difficile, se non impossibile, che Napolitano sciolga le Camere il 20 dicembre, in tempo per far coincidere il voto delle politiche con quello delle regionali del Lazio. La fine anticipata della legislatura potrebbe comportare non pochi problemi: la legge di Stabilità potrebbe andare all’aria, e si finirebbe all’esercizio provvisorio. Una prospettiva tragica, che sicuramente il Quirinale vuole scongiurare. Anche la Lega è favorevole all’election day: Roberto Maroni, da una convention del partito a Genova, propone  di far cadere Monti, ma solo dopo aver approvato la legge di Stabilità: “Faccio una proposta ad Alfano, l’election day il 10 febbraio anticipando la scadenza della legislatura. Si può fare ad una condizione – ha affermato Maroni – che Alfano e il Pdl facciano cadere Monti dopo l’approvazione della legge di stabilità. Questa è la soluzione – ha aggiunto – che aprirebbe nuovi scenari nel rapporto con il Pdl”.

Il far risparmiare una grossa somma di denaro agli italiani, date queste premesse, potrebbe sembrare solo una “buona” scusa, che cela il tentativo palese del Pdl di garantirsi il Porcellum, e forse di non scontare, prima delle politiche, anche l’insuccesso delle regionali, che potrebbe influire non poco sul voto di marzo. Certo è che in un momento simile, così delicato per gli italiani, parlare di sprechi di soldi potrebbe essere un buon modo per far breccia nella loro sensibilità.  Bisognerà attendere ancora per vedere se il pressing del Pdl provocherà reazioni da parte dei tecnici o di Napolitano. Certo è che il rischio della fine anticipata della legislatura appare come un vero e proprio paradosso, se non come una presa in giro. Fini, qualche giorno fa, aveva parlato di settimana lunga e ferie ridotte per evitare lo stop di alcune riforme che rischiano seriamente di saltare. E il Pdl, che sta affogando, per tentare di difendersi, minaccia la crisi di governo? Questa è l’Italia, purtroppo.

 

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