Monticentristi. Interpretazioni maliziose che richiamano balene o balenottere

ROMA – Dicembre è il mese dell’annunciazione, dell’avvento e della nascita; a gennaio si verificherà la epifania (manifestazione in forma visibile). Il viatico (la dotazione di vettovaglie per il viaggio) è stato già approntato dal Cardinal Bagnasco; l’evento è stato celebrato nel convento delle suore di Sion. Le fattezze del neonato ancora non sono contemplabili.

Per il momento ne conosciamo la descrizione che ne ha fatto il padre putativo con parole, in verità, molto vaghe, a tratti incerte e insolitamente imbarazzate; di solito i padri sono più emozionati, quando escono dalla sala parto.
La riservatezza è tale che ancora non sappiamo se si sia trattato di un parto gemellare, o addirittura pluri-gemellare.

I commenti rassicuranti del cardinal Bagnasco

Tuttavia l’annuncio è accompagnato da alcuni commenti rassicuranti; già nei giorni del travaglio il Cardinal Bagnasco aveva sottolineato la “novità del metodo” con cui si stava predisponendo l’evento. Su questo aspetto disponiamo di informazioni più dirette, che ci consentono giudizi più fondati. Ebbene: mettendo a confronto l’”Agenda Monti” e la “Carta di intenti del centrosinistra” è difficile comprendere da dove si possa evincere quell’apprezzamento sul metodo presunto nuovo. Certo sussistono rilevanti diversità di approccio alle questioni affrontate e di orizzonte strategico entro cui collocare l’azione di governo ipotizzata -ed è bene, anzi, necessario, che sia così-, ma la innovazione metodologica tanto enfatizzata in cosa consiste? Difficile trovarne traccia.
Di più: almeno una considerazione di merito si impone a proposito di una questione davvero fondativa della nostra convivenza civile; questione che in qualche modo sovrasta le più che legittime diversità di proposta politica (sui temi del lavoro, dei diritti civili, della laicità dello stato), di cui in questa sede ci limitiamo a prendere atto.

Nell’agenda Monti nessun impegno per la coesione sociale

Ci riferiamo all’impegno per restituire coesione alla nostra società; coesione sociale, coesione territoriale, coesione valoriale, tratti di identità condivisa. Di questo ha soprattutto bisogno l’Italia di oggi; e questo manca nell’agenda Monti. Ed è molto grave. Ne risulta debole il senso di condivisione di un comune destino civile, ancor prima che economico.
Certo siamo mille miglia lontani dal “contratto con gli italiani” vergato sulla lavagna di uno studio televisivo, ma questo pensavamo di poterlo dare per scontato.
Pensavamo anche, e pensiamo, che alla “messa in sicurezza” del paese sul piano finanziario (parole di Monti), dovesse corrispondere, sul piano politico, un impegno di tutte le migliori energie, pur nel pluralismo degli orientamenti culturali, per mettere fine alla ventennale anomalia italiana: una destra populista e sostanzialmente estranea allo spirito costituzionale; e per approdare ad una dialettica politica che si conformasse agli schemi invalsi nelle altre democrazie europee.
Francamente non si avvertiva il bisogno di un’altra anomalia: la riedizione di una illusione neo-centrista, oggettivamente evocativa di balene o balenottere, sotto gli auspici di altre appartenenze ideologico-culturali.

Gli interrogativi cui il professore non ha dato risposta

Si sta forse facendo, qui, un processo alle intenzioni? A noi non pare; poiché del nuovo nato non riusciamo ad intravedere altre e diverse ragion d’essere. Riproponiamo, in proposito, alcuni interrogativi già esplicitati in questa sede solo pochi giorni fa, alla ricerca di risposte che finora non abbiamo trovato e che, sole, potrebbero indurci ad altre interpretazioni: cosa unisce l’esponente più autorevole della Comunità di S. Egidio al co-autore della “Bossi-Fini” o al temprato laicista Della Vedova? E cosa accomuna il Presidente delle ACLI ai presidenti emeriti di Confindustria (Montezemolo, Marcegaglia)? Od ancora: cosa c’entra il Monti tecnocrate, il Monti bocconiano, con il partito dell’ineffabile Cesa, prototipo esemplare dei burosauri della più vecchia “vecchia politica”?
Contiamo sulla prossima conferenza stampa del prof. Monti, per cambiare opinione.
Per concludere e per amor di chiarezza: abbiamo fatto ricorso a canoni di matrice religiosa per interpretare vicende assolutamente terrene, non per spirito scioccamente iconoclastico; chi scrive è molto affascinato e coinvolto da un pensiero religioso che ha sempre fondato la ricerca delle ragioni della fede nella condivisione della condizione umana, e non viceversa.

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