I retroscenisti impazzano, Pd nel mirino. Il Paese rischia una crisi di nervi

 ROMA – Retroscenisti, cronisti politici, editorialisti, politologi, blogger improvvisati e no, tutti insieme a sguazzare dentro questa complessa, difficile, pericolosa situazione politica. Abbiamo la sensazione che il Paese, diciamo istituzionale in senso lato, si divida sempre più. Da una parte l’ informazione che sembra non avere  alcun interesse a raccontare i fatti, certo esprimendo valutazioni, opinione, esercitando il diritto di critica, nel senso  della parola che viene dal greco e significa l’arte del giudicare. Si tratta nel linguaggio filosofico, in particolare quello di Kant, di una facoltà intellettuale che rende capaci di valutare gli uomini ,  il loro operato nei vari settori, a partire dalla politica, i risultati delle loro attività per scegliere, selezionare, distinguere il vero dal falso.

I fatti non esistono, si è persa la capacità di critica

Capacità di critica, un processo attraverso il quale, diceva Kant la ragione umana prende coscienza dei propri limiti. Il grande filoso oggi si rivolterebbe nella tomba. La capacità di critica si è  persa sempre più perché   i fatti non esistono, la partita la vincono le <opinioni. Eppure di fatti ce ne sono tanti che dovrebbero influenzare il dibattito politico. Quando è arrivato Monti l’Italia era sull’orlo del baratro. Spinta dopo spinta Berlusconi era riuscito a creare un disastro. Ha ragione Monti quando dice che ora all’Europa possiamo presentare un Paese che ha messo a posto il bilancio, evitando un commissariamento e un prestito che ci avrebbe affondato. Ma altrettanto vero che questa cura del rigore che ha invase l’Europa gestita dai conservatori, un regno del liberismo senza fine, sta portando  quella che si chiama eurozona sempre più giù. Non c’è crescita, l’occupazione diminuisce, cresce la povertà. Anche nei paesi più ricchi, leggi Germania, segnali di regresso sono ormai  evidenti. L’Italia è fra quelli più deboli, c’è rabbia, disperazione, paura. Sì paura del futuro non solo da parte dei più poveri che hanno ben poco da perdere, ma da chi aveva una vita agiata e ora si trova senza lavoro, senza casa, senza reddito,senza pensione. Migliaia di cassa integrati sono arrivati alla fine del percorso e senza il rifinanziamento della cassa si troveranno sul lastrico.

Bersani: Colle? Penso solo ai colli piacentini

Certo questi problemi fanno titolo sui media, vengono discussi, di sfuggita, nei programmi televisivi e radiofonici. Ma non si integrano con la vicenda politica.  No, il giornalismo preferisce il pettegolezzo ,il chiacchiericcio. C’è chi sa tutto, prevede già come andrà a finire, le  ” sue “fonti sono certe. Impazzano nomi, cognomi, per il Presidente della Repubblica.<Nel mucchio uno ne uscirà e tutti potranno gridare l’avevo detto. A un certo punto si mette in campo anche Bersani, sarebbe un candidato al Colle. Chi ha messo in giro questa voce ? Non si sa, ma tutti si buttano a tuffo. Lui dice che pensa solo ai ” colli piacentini” e ribadisce che ” il governo si farà e sarà di cambiamento” Non basta,  per i retroscenisti resta in pista per il Colle. Arriva la smentita ufficiale da parte del vicesegretario del p. Non basta ancora.

Pace fatta fra D’Alema e Renzi.Incontro amichevole, cordiale

Si costruiscono castellini in aria, se Bersani va al Quirinale, Renzi ha il via libera, e D’Alema è andato da Renzi a dire che lui non è candidato a niente. Gatta ci cova. Attenti a quei due. Finita la ruggine da rottamazione  l’incontro dicono è stato amichevole, cordiale

Tanto più che D’Alema ha detto che ” è stato un errore non averlo scelto fra i rappresentanti delle Regioni che partecipano alla elezione del Capo dello Stato. Qualcuno nel Pd è andato più in là, doveva esprimere “rammarico” per la mancata elezione. Risulta che in tutta Italia sia stata rispettata la prassi.  I grandi elettori che si aggiungono ai parlamentari sono i presidenti dei Consigli regionali, i presidente delle Giunte regionali e i capi delle opposizioni. Perché in Toscana si doveva fare una eccezione ?. Diceva un vecchio  saggio che se non racconti tu la tua storia, la raccontano altri. Il Pd, in questa fase in cui ci sarebbe bisogno del massimo di unità, invece racconta tante, troppe storie. Sarà un caso ma al momento in cui Vendola pone il problema di un ” rimescolamento” fra Pd e Sel , si levano, alti, i lamenti di chi tema una scissione. Certo vuole< evitarla, ma intanto ne parla. Uno, sempre molto attento all’uso della parole come Franceschini parla di ” riconoscimenti di provenienza”, “rigurgiti identitari” . Ma quando uno come Veltroni per spiegare cosa dovrebbe essere il partito democratico usa una intera pagina di Repubblica e poi afferma quello che non deve essere, socialista, si capisce quanta roba bolla in pentola e si capisce anche perché  editorialisti di grandi giornali puntino alle “larghe intese”, al governassimo e qualche breccia la stiano facendo. Per il Pd sarebbe un disastro. Ancor più grave lo sarebbe per il Paese, per i lavoratori, peri pensionati, i giovani, le donne, i poveri,quelli che soffrono la miseria, ma anche per le imprese. Sarebbe come dare di nuovo in mano la ghigliottina a chi te l’ha abbassata sul collo.

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