Alitalia, un fallimento partorito da una politica da quattro soldi

ROMA –  Alitalia continua a navigare in acque torbidissime e la paura di affondare è a un passo e, questa volta, senza scialuppe di salvataggio.  Sembra ieri, il giorno in cui Silvio Berlusconi  a Palazzo Chigi convocava le parti sociali per trasferire la compagnia in mano ai cosiddetti “capitani coraggiosi” che avrebbero dovuto rilanciare Alitalia.

Un salvataggio in extremis e tra l’altro mal riuscito, alla luce di quanto sta succedendo oggi. Insomma, la storia si ripete, ma i fatti peggiorano, anzi i cattivi presagi si fanno sempre più consistenti. Enrico Letta oggi ha riunito  a Palazzo Chigi i soggetti interessati alla compagnia di bandiera, con la differenza che il suo governo scricchiola sotto il peso  di una crisi inesorabile con  ministri dimissionari, alcuni dei quali troppo interessati a salvare la pelle del loro capo Silvio Berlusconi piuttosto che la compagnia di bandiera.

Eppure la situazione finanziaria di Alitalia è disastrosa e, forse, solo le banche potrebbero scongiurare il peggio. Gli stipendi sono a rischio nonostante l’aumento di capitale di 150 milioni di euro, motivo per cui la banca Intesa e Unicredit sono state invitate al tavolo per far fronte a tutti quei soci che ormai non sono più in grado di versare il loro obolo. Insomma i salvatori di Alitalia non ci sono più e il governo non c’è.

D’altra parte chi investirebbe in un’azienda che continua a mangiare denaro e non da nessun frutto. Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato fa sapere che le banche hanno accolto l’appello di Letta, ma oltre a questo non c’è nessuna certezza.  Alcuni sindacati denunciavano da anni questa situazione, anche perchè  senza piano industriale e senza un organizzazione del sistema del trasporto aereo nazionale non si va da nessuna parte.

 I creditori, intanto,  battono cassa. Perfino l’Eni, i cui vertici sono stati invitati a Palazzo Chigi oggi, minacciano di non versare nei serbatoi neppure un goccio di carburante, se non saranno pagati. Per non parlare degli arretrati ancora mai versati dalla compagnia di bandiera. Inutile negarlo Alitalia è a un passo dal fallimento che neppure la Cassa Depositi e Prestiti potrà salvare, come invece ha ventilato il Presidnete del Consiglio.

Qualcuno potrebbe essere disposto, come Air France-Klm, ad acquistare Alitalia, ma i debiti non se li vuole accollare. Così la compagnia francese attende, magari sperando una procedura fallimentare che gli farà risparmiare un sacco di quattrini. L’amministratore delegato  Alexandre de Juniac, lo ha detto chiaramente. ” Le nostre condizioni per aiutare Alitalia sono molto severe, se saranno accolte io sono pronto ad andare avanti”. Cosa significa? Inutile nasconderlo, l’allusione mira dritto ai tagli del personale, che si vocifera saranno molto consistenti e saranno posti come condizione non negoziabile.

Condividi sui social

Articoli correlati