Istat. Pil -1,9%. Ci vogliono interventi coraggiosi

ROMA – Nonostante il nuovo discutibile sistema europeo dei conti nazionali, il PIL relativo al 2013 non cambia: l’Istat conferma oggi che il tasso di variazione del PIL in volume rimane pari al -1,9%. Un dato drammatico che aggrava il pessimo risultato già registrato nel 2012, con una contrazione del -2,4%.  

Un risultato che purtroppo non sorprende, ma anzi conferma le gravissime condizioni del sistema economico del nostro Paese, già dimostrate da numerosi dati, primi su tutti quello relativo all’andamento dei consumi (-10,7% nell’ultimo triennio secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori) e quello relativo all’occupazione, in particolar modo quella giovanile. Un andamento ancora più sconfortante se si pensa che tale risultato emerge dall’adozione delle nuove regole europee che prevedono di includere nel Pil i contributi che derivano da commercio di droga, prostituzione e contrabbando di sigarette, elevando di fatto tali attività illecite al rango di quelle regolari.

Migliora leggermente, invece, la situazione sul fronte deficit/PIL, che si attesta al 2,8% invece che al 3% risultato dalle precedenti stime. Il parallelo tra questi dati dimostra chiaramente come il rispetto dei vincoli non sia la priorità assoluta, così come non lo sono le discussioni sull’abolizione di importanti diritti dei lavoratori. La priorità è la crescita, l’aumento del potere di acquisto delle famiglie ridotto ormai allo stremo, lo sviluppo e l’apertura di nuove prospettive per un Paese che si allontana sempre di più dalla ripresa. Per questo è indispensabile che il Governo si decida a cambiare il suo ordine di priorità, rimettendo in primo piano:

–              la ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico, a partire ad esempio dall’ammodernamento di una rete di telecomunicazioni estremamente arretrata (operazione che consentirebbe un incremento notevole della produttività di sistema);

–              il rilancio del turismo e della cultura, vero patrimonio del nostro Paese; 

–              l’allentamento del patto di stabilità che consenta la realizzazione di opere infrastrutturali di modernizzazione e messa in sicurezza (in primis per quanto riguarda l’edilizia scolastica). 

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