Consulta, Violante rinuncia. Il muro contro muro continuerà a bloccare il Parlamento

ROMA – Questa volta non è una fumata nera a procrastinare l’elezione dei membri della Consulta, è lo stesso Violante a rinunciare alla sua candidatura alla Corte Costituzionale. Lo fa attraverso una lettera indirizzata ai Signori Parlamentari, pubblicata sul Corriere della Sera quest’oggi, in cui denuncia la «deriva che offende l’autorevolezza delle Istituzioni e la dignità delle persone» ed invita a “scegliere altra personalità ritenuta più idonea ad ottenere il consenso necessario”.

Che il ticket che aveva visto Violante affiancato ai vari candidati di destra fosse da sostituire, era ormai scontato. Dopo venti fumate nere, lo stesso premier Renzi aveva annunciato di voler arrivare ad un accordo su un nome diverso da quello di Violante e per questo aveva  incontrato i capigruppo Speranza e Zanda del M5s. 

I retroscena della vicenda che da tre mesi ha messo in stallo le istituzioni, vengono svelati. Dopo aver tentato invano di imporre la candidatura di Violante, probabilmente scaturita dallo stesso patto del Nazareno, Renzi, resosi conto che l’intesa Pd-Fi non reggeva, si è in prima persona attivato per cercare una soluzione all’impasse istituzionale, intraprendendo due strade: la prima, quella dell’indispensabile chiarimento all’interno del partito; la seconda, quella dell’apertura ai grillini.

Tuttavia, la “trattativa segreta” -come descritta da Grillo- non sembra, almeno per ora, essere andata a buon fine. Anzi, ha fornito terreno fertile per un ulteriore scontro tra il leader del Movimento ed il premier, accusato di aver proposto uno scambio di “poltrone” per ottenere i numeri necessari nelle prossime votazioni: di fatto promettendo il sostegno al candidato pentastellato Zaccaria al Csm in cambio di un accordo sui nomi da presentare per la corsa alla Consulta. È proprio a questi continui contrasti intra ed interpartitici che si deve il protrarsi dell’indecisione. Se, infatti, dai tentativi di trovare un’intesa scaturiscono per i partiti solamente pretesti per muoversi accuse vicendevoli, il muro contro muro continuerà a bloccare il Parlamento, senza giungere ad una soluzione. L’invito è, quindi, come quello rivolto da Violante, a “restituire alla politica l’autorevolezza che le spetta in una democrazia funzionante”, smettendo di cercare un colpevole per l’andamento della vicenda e tentando invece di rendersi disponibili per un dialogo serio che possa porre realmente la parola fine ad una delle pagine tra le più vergognose della politica italiana degli ultimi mesi.

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