Addio a Francesco Rosi, un regista che era Charlie. Clip

ROMA – Oggi è scomparso, all’età di 92 anni un altro dei nostri migliori autori cinematografici: Francesco Rosi. Nato a Napoli,  morto a Roma, dove viveva da lungo tempo.

Aveva studiato giurisprudenza, intrapreso una carriera come illustratore di libri per bambini, lavorava a Radio Napoli dove aveva intrecciato un’amicizia con le menti più creative del tempo, fino alla conoscenza di Giorgio Napolitano. Perfezionando le sue propensioni artistiche divenne aiuto regista nel film di Luchino Visconti “La terra trema” e “Senso”.

Inaugurò il filone dei film-inchiesta, ripercorrendo la vita di un malavitoso siciliano attraverso una serie di lunghi flashback in Salvatore Giuliano del 1962. L’anno successivo diresse Rod Steiger  nel suo capolavoro Le mani sulla città (1963), nel quale denunciò con coraggio le collusioni esistenti tra i diversi organi dello Stato e lo sfruttamento edilizio a Napoli. La pellicola venne premiata con il Leone d’Oro al Festival di Venezia. Questi due lungometraggi sono generalmente considerati i capostipiti del cinema ad argomento politico. D’altro canto se consideriamo le vicende di Mafia Capitale non sono molte le similitudini con l’ambiente rappresentato da Rosi? “Mani sulla città” venne premiato con il Leone d’Oro al Festival di Venezia.

Francesco Rosi ebbe come discepolo Giuseppe Tornatore che nel libro “Io lo chiamo cinematografo” (Mondadori 2012),  intervista il maestro incitandolo a tornare sul set. Inutilmente, purtroppo.  A “Primo piano sull’autore”,  focus annualmente dedicato ad Assisi da Franco Mariotti ai grandi del nostro cinema, Tornatore ha più volte ricordato il maestro come tappa miliare nella sua vita.

Le commemorazioni rischiano di aver qualcosa di irritante, soprattutto quando riportano vicende conosciute e non aggiungono nulla di nuovo. Onestamente se dovessi dirvi perché sia utile ricordare Francesco Rosi e rivedere i suoi film, bastano le vicende di questi giorni: lui sarebbe stato un Charlie, uno di quegli uomini che oppongono resistenza all’omologazione, uno di quelli che rivendicano il diritto alla propria individualità, alla libertà di espressione. A volte i grandi ci passano accanto e non ne cogliamo il contributo. La scomparsa ci lascia il tempo della riflessione: allora riscopriamo la grandezza e il coraggio di quel silenzioso lavoro di denuncia fuori dalle mode e dalle consorterie del tempo.

Le mani sulla città  di Francesco Rosi – Clip

 

 

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