Matteo Renzi, un premier che mette zizzania

ROMA – Il tempo per Matteo Renzi dovrebbe essere scaduto da un pezzo. Nessuno ci ha mostrato il codice a barre, magari tatuato in qualche  posto impronunciabile, ma siamo sicuri che la data di scadenza è stata  superata da un pezzo.

Eppure, approfittando del silenzio italiota, di  una opposizione inesistente, l’ex sindaco di Firenze va avanti  imperterrito per la sua strada, noncurante di tutto e di tutti. Lo fa  con il suo modo, spesso arrogante e strafottente, da professorino che  impartisce lezioni dalla cattedra, quasi fosse l’autorità assoluta,  anche se nessuno lo ha mai votato. Ieri, la riforma diventata legge sulle responsabilità civile dei  magistrati, quando questa “responsabilità” dovrebbe di fatto ricadere   su tutti gli esponenti che rappresentano i poteri dello Stato, cariche  politiche istituzionali in primis. Oggi è la volta di mamma Rai, o  meglio dello scontro che ha infiammato gli animi tra l’Opa di Mediaset  sulle torri di trasmissione della tv di Stato e l’intenzione del governo  di intervenire, magari anche per decreto, sulla governance di Viale  Mazzini. Inutile dire che Matteo Renzi con queste modalità poco  ortodosse sta facendo terra bruciata nel suo breve cammino. Il premier  dal canto suo esulta su twitter scrivendo: “Anni di rinvii e polemiche,  ma oggi la responsalità civile dei magistrati è legge!”.  E poi ha  aggiunto gli immancabili hashtag “passodopopasso” e “lavoltabuona”. E la responsabilità degli altri organi dello Stato dove la mettiamo? In  primis quella delle cariche istituzionali? Chi pagherà per le scelte  ricadute o che ricadranno sui cittadini? Per non parlare della Rai Way dove piovono polemiche da destra e anche  da sinistra. Emblematico l’intervento di Pier Luigi Bersani che  ironicamente scrive su Twitter:  “Prima Mondadori-Rcs, poi  Mediaset-Raiway: ora aspetto che il Milan compri l’Inter”. Durissima anche l’opinione dei deputati M5S della Commissione Trasporti,  Poste e Telecomunicazioni della Camera, che parlano di una vera e  propria svendita del patrimonio Rai.

Ma non è tutto. Perfino dalla Lega arrivano attacchi al premier che ha  bollato la manifestazione del prossimo sabato come xenofoba e  populista.  “Ancora una volta Matteo Renzi dimostra tutta la sua boria e  arroganza definendo ‘xenofobi’ e ‘populisti’ i cittadini che  manifesteranno sabato a Roma contro le politiche criminali del suo  governo”, afferma il senatore della Lega Nord Raffaele Volpi. “Prendiamo  comunque atto che se dovesse succedere qualche incidente – avverte –  l’unico responsabile sarà il presidente del Consiglio, che con le sue  frasi offensive non fa altro che alimentare l’odio di qualche esaltato  come lui poco tollerante alle regole democratiche”. A prescindere dalle posizioni leghiste, il fatto gravissimo è che Renzi  sembra non vedere. Non ha visto i lavoratori che chiedevano di essere  ascoltati, non sente ragione e proprio lui che non parla più di  ideologie bolla un’altra manifestazione a priori. Non ultima la scelta  di ieri sulla Tav per la quale si è addirittura creato l’asse Renzi  Hollande. “Non ci sono più ostacoli”, ha detto il premier. Insomma si va  avanti.

Da non dimenticare che alla manifestazione della Lega se ne affiancherà  un’altra degli antagonisti e ci saranno anche i cosiddetti appartenenti  al movimento No Tav. Sarà un sabato difficile scrivono i media,  alludendo a chissà quali disordini. Ma a qualcuno fa più paura un  premier che mette zizzania.

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