Incidente Germanwings. Un volo non può costare come una merenda dal MacDonalds

ROMA – Restano ancora numerosi interrogativi sull’incidente della Germanwings in cui sono morte 150 persone. Troppa confusione e troppo clamore mediatico non aiutano a capire. Va fatta perciò una premessa, ovvero che su questa atroce vicenda non possiamo pronunciarci fino a quando non saranno stati forniti riscontri materiali e oggettivi.

L’intreccio tra elementi, indizi e ipotesi, in certi casi addirittura forzato, non aiuta nessuno.
E – peggio ancora – ecco le “contromisure” prese a caldo e a vanvera! Invece di affrontare il tema dalla base lo si prende per i capelli. La soluzione non é creare il sospetto, mettere altri paletti e procedure.  Arriveranno ad assumere un body guard e a tenerlo in cabina?
Due piloti che si guardano in cagnesco sono la soluzione? Tutto completamente inutile: un attimo di distrazione e ti becchi una botta in testa. Pensate che alcune compagnie americane hanno dato in dotazione una pistola ai piloti, immagino un “mezzogiorno di fuoco” in piena crociera.
Il tema é completamente rovesciato.
Altrimenti, credetemi, risulterà impossibile lavorare.
Pensate a un paziente col terrore che il chirurgo che sta per operarlo possa impazzire e farlo fuori. Oppure, le mamme di una scolaresca che affidano i bambini all’autista dello scuolabus, terrorizzate dall’idea che il tipo si butti nella scarpata perché il poveretto non può avere figli. Pensate al tecnico della centrale nucleare che di nascosto si converte all’islam estremista, oppure al fornaio che avvelena tutto il paese perché tutti sanno che la moglie gli ha messo le corna con l’idraulico. 

Quando si comincerà a comprendere che un volo non può costare come una merenda da MacDonalds, che i piloti vanno addestrati sul serio e non “on the job”(e oltretutto facendogli pagare le abilitazioni di linea con delle “comode” detrazioni sullo stipendio), che le condizioni di lavoro e di affaticamento non vanno misconosciute dai dirigenti e banalizzate dalla stampa con becere campagne denigratorie e populiste. Quando si comincerà a capire che il fattore umano é al tempo stesso risorsa e limite e che dunque occorre investire di più nei processi formativi, addestrativi e di gestione, e quando i fottuti opinionisti tuttologi la smetteranno di fare i grilli parlanti, salvo poi dimenticarsi il problema alla prossima puntata. Allora ci renderemo conto che viviamo in un mondo che pretende la perfezione da parte di chi é imperfetto per definizione e che dunque l’approccio migliore é quello di investire, non di risparmiare sulle persone.
La perfezione? Credo siano proprio i deliri di onnipotenza a causare i guai maggiori. Non mi toglieranno mai il concetto di fiducia e quindi la gratitudine nei confronti delle centinaia di copiloti al mio fianco. Non dimentico di esserlo stato anche io, così come verso le migliaia di donne e uomini, membri di equipaggio che mi hanno accompagnato in volo una vita intera.
Ognuno di noi lavora e “vive” sapendo che nel posto accanto siede una persona “a posto” : tutti possiamo sbagliare e per questo ci monitoriamo e ci confrontiamo continuamente, con uno spirito sereno, collaborativo, in una parola “professionale”. Altro che puntare il dito! E, per favore, non guardatelo troppo ‘sto dito: come é noto, dovrebbe puntare la luna.

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