Appalti, ecco come sta per cambiare il Codice

ROMA – Dopo le direttive europee dell’anno scorso, l’Italia ha dovuto iniziare un percorso di riforma del codice degli Appalti. Ora il testo sembra pronto per l’approvazione, ma intanto vediamo cosa dovrebbe cambiare.

Una vera e propria rivoluzione: ecco come dovrebbe essere il nuovo Codice degli Appalti, a cui la politica italiana sta lavorando ormai da anni. Il processo di riforma ha ricevuto un’accelerata dopo le direttive europee del 2014, che hanno imposto non solo ulteriori modifiche, ma anche fissato nell’aprile del 2016 il termine ultimo per l’approvazione definitiva, pena sanzioni comunitarie. Qualcosa in effetti si è mosso, nel nostro Paese, e in questi giorni è in discussione al Senato il testo già approvato dalla Commissione Lavori Pubblici. Ecco in che modo cambierà il mondo degli appalti.

La filosofia di base. L’idea che sottende alla riforma è fissare una regola di principio per la realizzazione di opere pubbliche nel nostro Paese. Soprattutto, bisogna dire addio all’immenso corpus legislativo attuale, adottando un nuovo Codice che punti a semplificazione e riordino del quadro normativo vigente, così da predisporre e assicurare procedure chiare, chiuse e non derogabili per gli appalti pubblici. Altro punto cardine, la necessità di assicurare la certezza dei tempi di realizzazione di un’opera pubblica, oltre che velocizzarne i tempi. Per aggiornamenti e notizie, si può cliccare su Appaltitalia.

La lotta alla corruzione. Altro binario primario è fornire gli strumenti giusti per combattere i fenomeni di corruzione, anche sulla scorta delle inchieste degli ultimi mesi che hanno scosso l’ambiente italiano. Per questo, nei circa 50 principi di cui si compone la proposta di legge ci sarà un vero e proprio giro di vite, che prevede l’assegnazione di un ruolo di primissimo piano all’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che avrà ruoli e poteri di intervento molto più attivi ed efficaci, a partire dalla possibilità di procedere con atti di indirizzo vincolanti nei confronti delle amministrazioni, ma non solo: uno degli ultimi emendamenti approvati estende questo intervento anche alle aziende coinvolte in fatti di corruzione.

Cosa farà l’Anac. In caso di indagini anti-corruzione e prima arrivare al rinnovo degli organi sociali dell’impresa coinvolta o di subentrare temporaneamente nella sua gestione, si legge nell’emendamento, l’Authority può prescrivere alla stazione appaltante di valutare l’opportunità di indire una nuova gara, oppure verificare la possibilità di sostituire l’aggiudicatario corrotto con un altro concorrente della gara iniziale, che subentrerebbe agli stessi prezzi, patti e condizioni.

L’albo nazionale. L’Agenzia Anticorruzione avrà anche il compito di tenere il nascente albo nazionale dei commissari di gara, che serve a interrompere la catena di rapporti fiduciari tra amministrazioni e imprese. Secondo il nuovo codice, le amministrazioni interessate dall’assegnazione di un’opera pubblica potranno scegliere i componenti delle commissioni attraverso un sorteggio da una short-list di professionisti.

Le varianti in corso d’opera. Sempre in fase di discussione nella Commissione Lavori Pubblici sono stati approvati alcuni emendamenti che riguardano le varianti in corso d’opera, che secondo le ultime stime sono la causa della maggior parte degli aumenti dei costi delle opere pubbliche (il motivo principale in due casi su tre). Secondo le nuove prescrizioni, se i costi lieviteranno in maniera sensibile rispetto all’importo di gara, le stazioni appaltanti saranno autorizzate a stracciare il contratto; inoltre, le varianti saranno ammesse se garantiranno “la qualità progettuale e la responsabilità del progettista in caso di errori di progettazione”. Altre misure per contenere i costi e le spese delle opere pubbliche sono previste con specifiche norme che riguardano l’introduzione di prezzi standard per lavori, servizi e forniture, cui far riferimento per ogni gara, mentre si dirà addio alla possibilità di chiedere deroghe rispetto alle procedure ordinarie, se non in caso di interventi successivi a calamità naturali.

Mano tesa alle PMI. Ultima novità di rilievo, il ridimensionamento degli appalti e del valore delle gare per consentire la partecipazione delle Piccole e Medie imprese, vera spina dorsale del sistema italiano. Infine, nel provvedimento si dà anche il via libera a dei speciali bonus per le imprese locali, in rispetto delle norme comunitarie in materia.

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