Il MIUR getta la maschera: nessun processo di miglioramento ma solo graduatorie e competizione

ROMA – In queste ore emerge in tutta la sua gravità la scelta del MIUR di orientare il sistema di valutazione verso una deriva classificatoria attraverso l’utilizzo pervasivo e discrezionale dei risultati delle prove standardizzate (prove INVALSI).

L’autovalutazione dovrebbe essere uno strumento di riflessione interna, volto alla comprensione dei propri punti di forza e di debolezza, utile per stabilire priorità e azioni per migliorare. Lo strumento invece è stato forzato a svolgere altre funzioni, come la rendicontazione alla comunità o all’amministrazione scolastica, e schiacciato su un unico indicatore, i dati INVALSI, su cui converge l’attenzione dell’opinione pubblica.

Gli effetti distorsivi di questa scelta sono evidenti dalla lettura dei RAV completi in formato pdf che contengono i dati delle classi sottoposte alle annuali rilevazioni, sia in formato sintetico che analitico (classe per classe). L’effetto è sotto l’occhio di tutti: già alcuni grandi giornali hanno pubblicato le graduatorie delle scuole di alcune province in base al punteggio medio delle prove di italiano e di matematica espresso in un semplice numero in centesimi che viene rapportato alla media regionale e nazionale. Inoltre dai dati analitici è operazione semplice risalire ai nomi dei singoli docenti di italiano o matematica che operavano nelle classi interessate dalle rilevazioni.

L’operazione di pubblicazione completa dei dati è stata decisa dal MIUR, non è chiaro a quale livello e in quali sedi politiche, senza che le scuole fossero a conoscenza del possibile loro utilizzo e senza alcun coinvolgimento dei docenti. Alle scuole si è lasciata una finta libertà di scelta delle parti del RAV da rendere pubblici. In realtà il sistema informativo riportava tutti gli indicatori già pre-selezionati. Non a caso in queste ore stanno giungendo da numerose istituzioni scolastiche vibranti proteste. Questo comportamento irresponsabile si somma alla scelta, altrettanto grave, di prevedere un controllo automatizzato da parte del sistema informativo del MIUR tra esiti e priorità individuate dalla scuola. È evidente che il MIUR si sta ormai collocando fuori dalla riflessione che si sta svolgendo a livello internazionale, sull’utilità e sull’utilizzo delle prove standardizzate.

Il MIUR deve sapere che se l’intenzione è quella di utilizzare questi dati e queste classifiche come lo strumento principale per la premialità dei dirigenti scolastici e dei docenti, troverà la radicale opposizione della FLC CGIL, che ricorrerà in tutte le sedi contro scelte lesive della libertà di insegnamento.

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