Aeroporto Fiumicino. Che fine ha fatto la messa in sicurezza del terminal 3?

ROMA – A sorpresa il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato per il  2016 l’avvio dei lavori di ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, con attività paragonabili a quelle che portarono alla nascita del Leonardo Da Vinci, quando è dimostrato che basterebbe investire sull’attuale struttura per raggiungere i 70 milioni di passeggeri.

Invece di fare proclami su un ampliamento che avrebbe un impatto devastante sul territorio circostante l’aeroporto, come in più occasioni denunciato, Delrio dovrebbe chiarire a che punto sono i lavori di messa in sicurezza, richiesti dalla Procura di Civitavecchia  a seguito dell’ incendio del 7 maggio scorso, e soprattutto spiegare perché i dati sulla salubrità dell’aria del Terminal 3  non sono più stati più resi noti, anche con la bonifica dell’area rossa in atto. Sono centinaia i lavoratori che in questi mesi hanno continuato ad accusare malori ed alcuni continuano ad avere problemi di salute importanti, ma su questo c’è un silenzio assordante da parte delle istituzioni. I lavori di ampliamento del Da Vinci vengono giustificati con l’aumento del traffico aeroportuale, da cui deriverebbe maggiore occupazione. Tuttavia, sarebbe necessario capire perché, sebbene in questi anni il numero di passeggeri sia stato in continua espansione, a ciò non è corrisposto un aumento dell’occupazione, che peraltro continua ad essere sempre più precarizzata e low cost. Al  di là dei grandi annunci ad effetto sulla ripresa del Paese, di cui l’ampliamento dell’aeroporto sarebbe un ulteriore segnale, ci piacerebbe che Fiumicino, proprio in quanto sito industriale più produttivo del centro-sud, venisse considerato un bene comune e che gli interventi pubblici non fossero solo nell’interesse di pochi ma per garantire realmente, sicurezza, salute  e  occupazione.

Condividi sui social

Articoli correlati