Giornata Mondiale degli oceani; due tartarughe marine liberate alle Secche di Tor Paterno a Roma

ROMA – In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, oggi 8 giugno, l’ente gestore   dell’Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno, RomaNatura, in collaborazione con la Rete Regionale TartaLazio e la Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino, festeggiano il ritorno al mare di due individui di tartaruga marina (Caretta caretta) inserita in appendice II della direttiva Habitat e considerata a rischio dall’International Union Conservation Nature.

I due esemplari recuperati feriti sulla costa laziale a S. Marinella, Ottone e De Andrè, hanno trascorso 9 mesi presso il Centro di Recupero Tartarughe Marine della Stazione Zoologica di Napoli (Anton Dhorn), per un periodo di riabilitazione e monitoraggio  a seguito delle ferite riportate. I due maschi sub-adulti o, se preferite immaturi, sono stati trasportati dal centro di Napoli al porto di Ostia, dove sono stati imbarcati per essere rilasciati nell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno a circa 7 miglia nautiche dalla costa di fronte a Tor Vaianica. 

Maurizio Gubbiotti, Commissario di RomaNatura: “Dedicare la Giornata mondiale degli Oceani alla liberazione delle due tartarughe marine, nelle acque di Tor Paterno significa per noi richiamare l’attenzione sull’impatto delle attività umane sul mare. Il Centro di Napoli accoglie le tartarughe provenienti anche dalle acque campane e laziali. Questa è l’occasione per riflettere sul ruolo che le aree marine protette possono avere come modello di una gestione sostenibile. Un luogo dove salvaguardia della biodiversità e fruizione sostenibile si incontrano. Le Secche di Tor Paterno hanno per noi un valore inestimabile  – conclude Gubbiotti – e ci rende orgogliosi che siano state scelte per il ritorno delle tartarughe”. 

Oltre ai Guardiaparco, lo staff di RomaNatura, la Capitaneria di Porto erano presenti i biologi della Stazione Zoologica di Napoli. Il centro recupero è attivo da 30 anni è accoglie una media di 60 esemplari l’anno prevenienti dalle coste italiane. Al recupero affianca la ricerca scientifica con studi incentrati su biologia ed ecologia delle tartarughe grazie all’utilizzo di trasmittenti satellitari e microcomputer. Da ottobre 2009, è attiva TartaLazio: rete regionale per il recupero e il soccorso delle tartarughe marine.

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