“Student Act”, attacco all’università e al diritto allo studio

ROMA – Apprendiamo  che il Governo non inserirà in legge di stabilità alcun finanziamento complessivo per il sistema universitario nazionale ma dirotterà i pochi fondi stanziati per interventi spot a pochi dipartimenti scelti utilizzando i criticatissimi criteri ANVUR.

Dopo le 500 cattedre Natta assegnate agli Atenei direttamente dalla Presidenza del Consiglio ora il governo vuole dirigere direttamente i fondi verso pochi dipartimenti eliminando – di fatto –  la libertà di ricerca.

Lo Student Act non solo da l’alibi al Governo per non rifinanziare il Fondo di Finanziamento Ordinario, ma attacca anche il sistema di diritto allo studio: mentre Faraone continua a millantare la copertura totale delle borse di studio, sono migliaia ogni anno gli studenti idonei non beneficiari. La proposta del Governo crea un sistema parallelo in cui a solo pochissimi eletti si garantisce un diritto allo studio reale. Un fatto gravissimo e inaccettabile: il nostro è il Paese con meno laureati in Europa.

La proposta della no tax area, che accoglie anni di rivendicazioni e lotte studentesche sul tema, è un passo in avanti rispetto all’attuale situazione in cui le tasse universitarie sono fuori controllo. Riteniamo, però, che questa misura risulti ancora insufficiente sia per l’esigua fascia di studenti che andrebbe a coinvolgere, sia perchè non inserita all’interno di una nuova normativa che regolamenti l’intero sistema di contribuzione studentesca.

Questa misura inoltre non può essere utilizzata come specchietto per le allodole per una proposta che nelle sue altre parti risulta profondamente iniqua. Lo Student Act dimostra una visiona universitaria escludente, che incentiva ed avvalla un sistema universitario a doppia velocità, in cui si alimentano le difficoltà degli atenei già fortemente definanziati, specie al sud Italia. Non accetteremo l’imposizione di una università aziendalista ed elitaria, siamo pronti a mobilitarci per contrastare una misura costruita contro l’università e gli studenti, con un’impostazione propagandistica funzionale ad aumentare il consenso intorno al Governo in questo momento di debolezza.

Le nostre proposte sono chiare a da mesi stiamo raccogliendo migliaia di firme per All-In, la legge di iniziativa popolare sul diritto allo studio, non siamo disposti ad accettare proposte chiuse che non tengano conto della volontà di migliaia di persone che ogni giorno vivono l’università.

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