Aiuto, fatemi uscire! Sono nella Comfort Zone!

ROMA – Cos’è? Un divano molto comodo irrinunciabile, una situazione consolidata da anni, una abitudine ben salda nel nostro vostro schema giornaliero, uno schema ripetibile all’infinito, la sicurezza di conoscere ogni nostra azione già provata.

Tutto ciò è meraviglioso. Ci si muove in ambiti conosciuti, ci sente sicuri, nulla può succedere se rimaniamo lì, nella nostra area piena di sicurezze, che il tempo e le nostre scelte, hanno consolidato e aiutato a mettere radici.

Eppure, qualcosa non va, non per tutti certo, ma per qualcuno di noi qualcosa non va.
Un rimorso di non aver scelto una certa strada, perché metteva in discussione la nostra comfort zone, una paura di come evolverà se esco e faccio una scelta diversa, la pigrizia di muovermi e fare una scelta diversa e una azione diversa, la paura di perdere, un sogno nel cassetto che ci fa paura, un lavoro che non ci appaga più.

Ecco il combattimento fra rimanere e partire per nuove esperienze.
Non è facile e nemmeno immediato, ma non è impossibile fare la scelta del cambiamento, valutando in modo concreto e consapevole le possibilità.

Oggi vogliamo parlare della possibilità di valutare una scelta verso il cambiamento. Tutto qua, non chiedervi di cambiare a tutti i costi, ma valutare e scegliere si! Questo per evitare quel malessere, che altrimenti ci guiderà nella Vita, per il non averci almeno provato, per aver perso forse una occasione.

Come possiamo definire la comfort zone?
Una condizione statica in cui ognuno di noi può trovarsi, una persona agisce in uno stato per così dire neutrale, utilizzando un numero limitato di comportamenti per garantire un livello costante di prestazioni, di solito senza pericoli. Ma questo stato non ci soddisfa pienamente.

Come rinunciare ad uno stato di completo comfort? Al suo interno si vive tranquilli, non si hanno paure, ci si muove in un ambito conosciuto e non si rischia nulla.
Questa zona di comfort può diventare l’unico spazio per le nostre attività.
Ogni piccolo cambiamento, verrà percepito come un possibile problema e non si riuscirà a valutarne l’opportunità.
Più ci si chiude in essa, più sarà difficile uscirne, perché ci fa sentire bene la sicurezza che ci dà la ripetitività delle nostre azioni e la prevedibilità delle loro conseguenze.
Qui veniamo confortati dalle nostre capacità, punti di forza che usiamo nella routine e limiti che ci riconosciamo e etichettiamo come insuperabili.
Valutare qualcosa di diverso diviene difficile, proprio perché il cambiamento può generare conseguenze non prevedibili, la paura ci frenerà e ci farà dire no ad ogni possibile idea di valutare un cambiamento.
Rimanerci è naturale, ma è anche spesso motivo di insoddisfazione.
Vorrei cambiare lavoro?
Vorrei fare un viaggio diverso?
Vorrei provare questa nuova attività?
Vorrei scrivere un libro.
E tanto di più.

Ma come andrà?
Quali le conseguenze?
E se sbaglio?
Se non riesco?
E tanto di più.

Quando si pone volontà per uscire dalla comfort zone, si inizia un percorso di apprendimento, generato dall’analisi e dalla valutazione di un nuovo progetto.
Non è un salto nel buio, così come lo vediamo nella comfort zone, ma una sana valutazione di nuovi obiettivi.
Il cambiamento non sarà repentino, lo sarà solo la scelta di voler valutare un cambiamento.

La crescita generata dal cambiamento, ma anche solo dalla seria e sana valutazione dello stesso, genera un apprendimento stimolante se portato avanti con consapevolezza e a piccoli passi successivi.
La scelta se andare avanti o rinunciare sarà definitiva e ci toglierà dalla situazione di dubbio logorante: se fare rischiando o se non fare e pentirsene. Magari il percorso ci porterà alla scelta di non procedere ma allo stesso tempo ci proporrà possibilità alternative, maggiormente adatte a noi.

Ma se si sceglierà di andare avanti nel cambiamento, con consapevolezza, verrà fuori la forza di volontà e la spinta per iniziare, con maggior sicurezza, a costruire il piano che ci porterà all’obiettivo.

La paura e il disagio che si provano quando si vuole provare a cambiare è un sentimento sano, ci aiuta infatti a valutare per bene tutti i fattori. Non lo è se diviene bloccante.
Il blocco si supera spostandoci con l’azione, una alla volta, valutata e pianificata, se ci sarà un rischio collegato ad essa, avremo la forza di assumerlo con consapevolezza.

Cosa ci può aiutare per sentirsi più sicuri?
Spostare l’attenzione dall’esterno all’interno di noi stessi.

Cosa vuol dire?

Avere attenzione verso l’esterno ci da meno sicurezza del controllo della situazione: far dipendere i nostri risultati dagli altri, attribuire i nostri insuccessi totalmente a fattori esterni, lasciarsi demotivare dal giudizio e i freni altrui, considerare gli eventi esterni troppo grandi rispetto alle nostre capacità.

Porre maggiore attenzione verso noi stessi: riconoscere le capacità che abbiamo e quelle che mancano svilupparle, impegnarsi nel problem solving e sapere che ad ogni problema si può trovare una soluzione, perseverare, porsi un obiettivo raggiungibile, scegliere una strategia per raggiungerlo, credere in se stessi.

Una lettura spostò la mia vision qualche anno fa e la suggerisco sempre con piacere ai miei Clienti: Chi ha spostato il mio formaggio? Di Spencer Johnson.

Non voglio dirvi di cosa si tratta, ma solo che non è un manuale di istruzioni. E’ una bella metafora che potrete accogliere al Vostro interno, nel modo che riterrete più vicino a voi. E’ piccolissimo e di facile lettura come una favola.

Non mi resta che augurare a chi desidera un cambiamento nella propria vita personale o professionale di farlo nel pieno dell’entusiasmo e energia, di lasciarvi guidare dal Cuore nella scelta dell’obiettivo ma dalla Ragione nella scelta della strategia per raggiungerlo.

Condividi sui social

Articoli correlati