Siria. Intrappolati ad Homs. Gli osservatori Onu sospendono la missione

DAMASCO – Oltre un migliaio di famiglie sono intrappolate a Homs, la città della Siria centrale assediata dalle forze del regime di Assad e sotto bombardamento quotidiano.

La denuncia è dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale la popolazione non ha più cibo nè attrezzature sanitarie. Chiesto “l’intervento immediato” delle Nazioni Unite. Ieri la Francia ha denunciato un possibile massiccio attacco contro la città. Nuove violenze anche nei sobborghi di Damasco, dove le vittime sono almeno 18.
“Lasciateci andare, in nome di Dio!»: è il disperato appello lanciato dalle famiglie cristiane e musulmane sunnite intrappolate nel centro storico di Homs. Si tratta di circa 800 civili, fra i quali donne, anziani, giovani, bambini, disabili che oggi – riferisce una fonte dell’agenzia vaticana Fides, impegnata nel tentativo di negoziato – «sono in reale pericolo di vita. Non hanno nulla, vivono nel panico, sono nel bel mezzo di bombardamenti e combattimenti». Le famiglie bloccate in città, racconta la fonte di Fides, lanciano un appello «per ragioni umanitarie», chiedendo l’aiuto delle Nazioni Unite, della Croce Rossa, della Mezzaluna Rossa, perchè possa essere salvata la loro vita.

Nel frattempo è stata sospesa la missione degli osservatori dell’Onu in siria volta a monitorare il cessate il fuoco che doveva scattare il 12 aprile scorso ma che non è mai stato rispettato. Lo ha riferito il capo della stessa missione, il generale norvegese Robert Mood, secondo il quale la violenza si è intensificata negli ultimi 10 giorni e il rischio per gli osservatori è troppo elevato. Mood ha verificato la «mancanza di volontà delle parti a ricercare una soluzione pacifica» e alla missione non è rimasto che «sospendere le sue attività».

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