Gaza. Continua la carneficina. 95 morti e almeno 1000 feriti

Continua ininterrottamente l’operazione militare israeliana “Colonna di nuvola”. Ad oggi secondo fonti militari i raid avrebbero colpito 1.350 siti terroristici, tra rampe sotterranee utilizzate per i  lanci di razzi,  tunnel  e basi di addestramento.

Rimane il fatto che a rimetterci è sempre la popolazione civile.  L’ultimo bilancio provvisorio è davvero drammatico. Solo oggi, sesto giorno di combattimenti, l’offensiva israeliana ha provocato la morte di 10 persone. Quattro persone sono state uccise in un quartiere di Zeitun, nella città di Gaza. Tra le vittime 2 ragazze di 20 e 23 anni e un bambino di 5 anni. Tre palestinesi appartenenti a una stessa famiglia sono morti quando l’auto sulla quale viaggiavano è stata colpita nei pressi di Deir al-Balah, zonaa centrale del territorio palestinese. Un altra vittima è un agricoltore di 50 anni, ucciso dai bombardamenti su Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Altri 2 agricoltori sono morti durante un raid su Qarara, ad est di Khan Yunes, nel sud della Striscia.

Stando alle informazioni diffuse dal presidente della co-mai  Amsi Foad Aodi, che mantiene un costante contatto con i medici ed i rappresentanti della Mezza Luna Rossa palestinese a Gaza, le vittime sono salite a quota 95, mentre si parla di almeno 1000 feriti, in maggioranza bambini, donne e persone anziane. I sanitari  sul posto informano che una casa civile è stata bombardata e sono morti tutti i suoi membri, tra cui una bambina di un anno e mezzo. E’ stato colpito anche un campo da calcio e  l’Ospedale Europeo di Kan Younes a Gaza che a causa delle forti esplosioni ha provocato la fuga dei pazienti e degli operatori sanitari.

La co-mai e la Mezza Luna Rossa hanno lanciato un appello  affinchè lo Stato italiano attivi un corridoio sanitario per curare i feriti e consentire ai medici ed infermieri di portare il loro contributo sul posto. Infatti, già 17 medici palestinesi dalla Cisgiordania si sono resi disponibili e partiranno alla volta di Gaza City. Sono infatti tantissime le persone ferite  in attesa di cure mediche e chirurgiche e di medicinali.

Intanto la situazione sul piano diplomatico si fa sempre più tesa. Mentre al Cairo si tenta di giungere ad un accordo per un cessate il fuoco, il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larjani, esorta i Paesi della regione a inviare truppe e armi ai palestinesi a Gaza per aiutarli contrastare l’offensiva israeliana nella Striscia. Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, in un colloquio telefonico con il suo omologo egiziano, Mohammed Morsi, ha sollecitato un consenso internazionale contro l’offensiva israeliana e spronato alla restaurazione della pace e della stabilità nel territorio palestinese. Ahmadinejad -che ha definito gli attacchi israeliani a Gaza, «crimini di guerra e contro l’umanità»- ha detto a Morsi che «il nostro dovere umano e religioso ci obbliga a prevenire il massacro di gente innocente a Gaza e a restaurare la pace e una sicurezza duratura in questa regione e in tutta la terra della Palestina».

Secondo l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Catherine Ashton, è necessario trovare una  “soluzione a lungo termine che assicuri pace e sicurezza alla gente che vive in quella zona. Sono molto preoccupata per la perdita di vite da entrambe le parti – ha aggiunto Ashton- , sono stata e resto sempre in contatto con il primo ministro di Israele, con la Lega araba e i Paesi arabi. L’obiettivo dell’Unione europea è quello di una pace basata sulla coesistenza di due Stati, israeliano e palestinese”.

Tuttavia a parte i buoni propositi fa riflettere il sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano israeliano Haretz, secondo il quale l’84% degli israeliani è favorevole all’operazione militare e il 30% si schiera apertamente affinchè partano anche le operazioni via terra.

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