Cina, terremoto Sichuan. Giornalista interrompe matrimonio e raggiunge zone del sisma

Salgono a 157 i morti, e più di 5700 i feriti. Più di 624 scosse si assestamento

SHANGAI – Quando si dice che i cinesi sono così professionali da mettere il lavoro sopra ogni cosa. Bizzarra quanto folcloristica la storia di Chen Ying, anchorman cinese che scappa dal matrimonio per coprire la cronaca del violento terremoto del Sichuan. Una fuga dall’altare dove si stava celebrando il sacro rito che tutte le donne del mondo sognano sin da piccole. Ma l’istinto del cronista è stato più forte: non c’era tempo da perdere. Nemmeno per togliersi i vestiti cerimoniali. Velo in testa e microfono alla mano Chen Ying, che lavora per una tv locale cinese, ha iniziato ad intervistare i sopravvissuti, raccontare le macerie, dare notizie sul sisma direttamente dalla cittadina del Ya’an. Immagini virali che stanno facendo il giro della rete, soprattutto grazie a Weibo, il social network cinese più frequentato, ma anche grazie ai media internazionali, che hanno fatto rimbalzare quella che può essere considerata la notizia sulla notizia del drammatico evento. “Un grande spirito professionale” il commento più condiviso tra quelli che animano il web.

Notizie folcloristiche a parte, il violento evento tellurico del settimo grado della scala Richter, che alle 7 ore italiane di sabato scorso ha devastato la regione del Sichuan comincia a dare notizie più definite. Sono 157 i morti, e più di 5700 i feriti. Almeno questo è quanto riporta il “The South Morning China Post”, portale asiatico in lingua inglese. I danni invece sono ingenti, aggravati dallo sciame sismico di 624 scosse si assestamento nelle dieci ore che hanno fatto seguito alla prima scossa. Migliaia persone della cittadina di Lishan dormono in tenda o a cielo aperto. Manca acqua corrente, vestiti e cibo. Peggiore la situazione a Baoxing, contea vicina a nord dell’epicentro dove si contano almeno 40 mila sfollati. Una situazione aggravata anche dall’interruzione delle linee di comunicazione, ma soprattutto il trasporto via terra impedisce il rifornimento dei viveri nella zona. Da sabato Li Keqiang, il nuovo primo ministro cinese è e a Ya’an, l’epicentro del sisma, da dove coordina i soccorsi. Solo a Ya’an si registrano almeno la metà delle vittime totali. Un bilancio che poteva essere peggiore visto che almeno 100 persone sono state estratte vive dalle macerie. Nonostante le aggravanti della zona del sisma aspra, dalla situazione orografica frastornata, e i cui collegamenti avvengono in stradine montane strette e ostruite dalle frane, Pechino ha rifiutato ogni sorta di aiuto internazionale. “Ci sono risorse e mezzi in abbondanza” la giustificazione.

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