Grecia, licenziamento per 15mila funzionari. Al loro posto giovani sottopagati

Il taglio è imposto dalla Troika per lo sblocco di circa 9 miliardi di aiuti

 

ATENE – Continuano le sforbiciate nel settore pubblico ellenico. Il Parlamento greco ha dato via libera ad una legge omnibus incentrata sullo sfoltimento del settore del pubblico impiego. 15mila funzionari in meno entro il prossimo anno. Quattro mila in questo anno, il resto l’anno verrà. Un ulteriore sacrificio da parte del popolo greco, necessario per far si che vengano sbloccati i circa 8.8 miliardi necessari per pagare pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici. L’ennesimo bagno di sangue voluto dalla Troika, il trittico composto da Banca centrale europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale che vigila, valuta e stabilisce le condizioni del memorandum d’intesa con gli stati che ricevono aiuti internazionali.

 

A finire nel tritacarne questa volta saranno i funzionari dello stato: quelli che mai finora erano stati toccati dalle misure di austerity. In particolare, secondo quanto si legge nella stampa ellenica, non ci dovrebbero essere sorprese inattese nei licenziamenti. Via gli impiegati corrotti, quelli inadempienti e incompetenti. Tutti già individuati da una precedente indagine del governo. Tutto questo dovrebbe permettere lo sblocco dei circa 2.8 miliardi di arretrati e dei circa 6 che rappresentano una nuova tranche di sostegno.

 

Più che licenziamenti indiscriminati, in realtà, quella andata in scena, sarebbe una riforma dello stato. Almeno questo è quanto trapela dal ministro della riforme dell’amministrazione pubblica Antonis Manitakis: pronto a dar spago alle amministrazioni periferiche per quanto concerne nuove assunzioni. In particolare sarebbero in cantiere assunzioni di giovani a stipendio bassissimo: 427 euro mensili se under 25 e 490 se over 25 anni. Quasi cento euro in meno dello stipendio minimo consentito. Uno scenario non certo lusinghiero e le cui tempistiche appaiono incerte.

 

I sindacati ovviamente non ci stanno: “Tutti i lavoratori sono costretti a far sentire la propria voce contro queste misure sia qui che nel resto d’Europa” – dice Kostas Tsikrikas, presidente dell’Adedy, il sindacato che raggruppa i dipendenti statali. “Dobbiamo unire le nostre battaglie per riuscire a rovesciare queste politiche”. Benzina sul fuoco in vista delle prossime manifestazioni di piazza, in programma il prossimo 1 maggio. Quando la protesta anti austerity tornerà a riempire le cronache internazionali.

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