Usa, coppie Gay. Sentenza storica della Corte Suprema

Doma incostituzionale perchè discrimina. Decadono gli effetti che non omologavano i diritti dei partner gay a quelli etero

WASHINGTON – Il diritto al matrimonio in America non è più prerogativa solo tra un uomo e una donna. E’ quanto confermato dalla Corte Suprema Americana, che si è espressa contro la Doma, la legge del 1996 che sanciva la legalità del legame solo tra uomini e donne di sesso opposto.

Con cinque voti a favore e quattro contro, l’organismo Defense of Marriage Act, il massimo organismo giudiziario a stelle e strisce ha bocciato come iniqua la legge che di fatto vietava l’estensione dei diritti federali alle coppie dello stesso sesso. Non si tratta, in sostanza, di una sentenza sulla legge che istituisce la legge sui matrimoni, ma sugli effetti del legame sulle coppie omosessuali. In particolare la legge violerebbe la legge delle coppie gay, non riconoscendo come coniuge il partner dello stesso sesso. Una violazione che di fatto non permetteva la successione dei beni dal coniuge morto a quello in vita. Si pensi in tal senso ai vantaggi pensionistici e di eredità, ma più in generale economici che la Doma, istituita in protezione del matrimonio etero aveva limitato alle coppie gay. Una limitazione che da oggi in America è incostituzionale e che a 17 anni dalla firma per mano di Bill Clinton decade.

A votare a favore della legge del 1996 sono stati i giudici John G. Roberts, Antonin Scalia, Clarence Thomas e Samuel Alito. Una decisione positiva che fa seguito a quella della Corte d’Appello a New York, che lo scorso anno aveva bocciato la norma in oggetto. Si tratta dell’epilogo del caso caso United States vs Windsord, ossia riguardante una coppia di donne che chiedeva agli stati uniti che venissero riconosciuti eguali diritti di convivenza rispetto agli omologhi etero. Dopo quarantanni di vita di coppia, alla morte della conuiuge Thea Clara Spyer, Edith Windsor, dal 2007 moglie in virtù di un unione avvenuta in Canada, aveva chiesto il riconoscimento dei diritti del partner. Non solo una questione etica, ma anche economica, visto che tali diritti potevano esser si esercitati, ma in modo disagevole e costoso: circa 360 mila dollari. A tanto ammontava la tassa di successione dell’eredità della defunta. Un costo discriminatorio, visto che se il partner fosse stato di sesso opposto non sarebbe stato richiesto.

La vittoria, sancita dalla storica sentenza, è stata accolta con un boato di gioia dalla popolazione americana. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha applaudito tramite un tweet la scelta della Corte Suprema. Che “Cancella una legge discriminatoria che trattava coppie gay innamorate e impegnate come cittadini di serie B”. “Un passo storico” prosegue il presidente degli Stati Uniti verso la #marriageEquality, ossia l’uguaglianza tra i matrimoni. “LoveIsLove”, l’amore è amore è stato il messaggio finale di Obama. Mentre esponenti di spicco del clero americano hanno parlato di una sentenza errata.

 


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