La Francia contro la riforma pensionistica. “I giovani al lavoro gli anziani ai giardini”

PARIGI – In Francia è in corso già da molti giorni una protesta durissima, quasi una rivolta popolare, contro la riforma pensionistica proposta dal Governo presieduto da Sarkozy.

La proposta di matrice governativa affronta il profondo rosso in cui è caduto il sistema previdenziale francese, che accuserà per il 2010 un deficit di circa 32 miliardi di euro (ovvero le prestazioni erogate sono costate 32 miliardi più dei contributi incassati) con l’obiettivo di raggiungere il pareggio nel 2018. A titolo di mero confronto in Italia l’Inps ha accusato avanzi di bilancio che nel 2009 hanno fatto segnare oltre 7 miliardi di euro e ci sono forti possibilità che l’Istituto possa accusare avanzi crescenti man mano che accederanno a pensione le ‘vittime’ della riforma Dini con assegni falcidiati.
Gli obiettivi della contestata riforma francese sono principalmente quelli di portare l’età di pensionamento a 62 anni per tutti, tramite un aumento di 4 mesi all’anno a partire dai nati nel 1951.

Alzare l’età di pensionamento dei dipendenti pubblici di due anni nel 2018, portanto così a 62 anni nei casi in cui era a 60; a 52 anni nei casi dei dipendenti per cui era prevista a 50 ed a 57 anni nei casi in cui era prevista a 55. Le categorie di dipendenti pubblici che maturano il diritto a pensione a 50 anni sono quelle che rientrano tra quelle dette « active » e sono i ploziotti, i controllori aerei,gli infermieri o i pompieri. Un discorso a parte vale per i militari che possono andare in pensione senza condizioni anagrafiche ma avendo compiuto 25 o 15 anni di servizio in base al grado.

Aumentare il periodo di contribuzione necessario a 41 anni ed un trimestre per i nati nel 1953 e 54 portandolo fino a 41 anni e mezzo nel 2020. Previsione di riduzioni per tenere conto delle particolarità di chi ha cominciato a lavorare precocemente, di chi svolge lavori usuranti e di chi abbia subito una vita professionale più dura. In questi casi il pensionamento sarà maturato tra i 58 ed i 60 anni di età. Eliminazione della possibilità di accedere a pensionamento dopo 15 anni di servizio effettivo per i genitori di tre figli. Sviluppare l’occupazione tardiva con aiuti alle aziende che assumano disoccupati over 55. Aumentare leggermente la contribuzione a carico dei lavoratori.

A fronte di tali proposte governative la piazza ha reagito in maniera virale con le raffinerie chiuse oltre 300 licei ed una decina di università in sciopero ininterrottamente da giorni urlando slogan che, considerando l’argomento, riescono ad essere anche divertenti: “Les jeunes au turbin, les vieux au jardin”  che si può tradurre con ‘I giovani a lavorare ed i vecchi ai giardini’ o “Les vieux au boulot et les jeunes au bistrot, NON. Les jeunes au turbin, les vieux au jardin, OUI”. Che si può tradurre con ‘I vecchi al lavoro ed i giovani al bar. NO. I giovani al lavoro ed i vecchi ai giardini SI’.

Anche se il grido di lotta con cui non si può non avere un rapporto fortemente empatico è certamente  “La retraite avant l’arthrite” ‘La pensione prima dell’artrite’. Resta comunque da porsi il quesito relativo alla funzione sociale delle casse di previdenza obbligatorie come, in Italia, l’INPS. Esse infatti dovrebbero assolvere oltre che alla semplice funzione di protezione economica dei lavoratori una volta terminata la vita professionale attiva anche ad una funzione di redistribuzione del reddito.

Trasferendo cioè soldi da chi ha la possibilità di avere redditi molto elevati anche senza lavorare. Per far ciò però tali casse devono avere quanto meno un lieve disavanzo che sia a carico della fiscalità complessiva, come abbiamo detto in Francia il disavanzo è di circa 32 miliardi di euro nel 2009. Al contrario invece, ovvero se l’Istituto di previdenza accusa un avanzo, si avrà il paradosso che i lavoratori finanzieranno lo stato più dei titolari di redditi elevati di altra natura esattamente come sta avvenendo in Italia con l’Inps che ha accusato oltre 7 miliardi di euro di avanzo nel 2009.

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