Crimea a un passo dalla guerra. Mosca avverte, l’attacco induca tutti a riflettere

ROMA – Dopo l’approvazione del Senato russo di intervenire con il proprio esercito per difendere gli interessi in Crimea, la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. E non solo, c’è il timore fondato che un possibile intervento militare in Ucraina possa causare un escalation incontrollabile.

Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avvertito la Russia che se non ferma l’escalation militare contro l’Ucraina ci saranno gravi ripercussioni nei rapporti con gli Stati Uniti. «Se Mosca non assume passi concreti e immediate per invertire questa escalation di tensione, gli effetti sulle relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno profonde», ha avvertito il capo della diplomazia di Washington in una nota. 

Nonostante le esortazioni da parte degli Stati Uniti i Crimea i militari russi sono già entrati in azione, sequestrando tutte le armi in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un’auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l’addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una  base della Flotta russa. 

Ma c’è dell’altro. Sembra, infatti, che i militari ucraini che prestano servizio in Crimea si stanno schierando massicciamente dalle parte delle autorità locali filo-russe. almeno questo sostiene il corrispondente dell’Interfax dalla penisola. Secondo l’agenzia russa, molte postazioni militari ucraine in Crimea sono state disertate dai militari, il cui posto è stato preso da uomini delle forze di autodifesa russe. Secondo il corrispondente, gran parte dei militari ucraini penisola starebbero disertando per schierarsi con la nuova leadership della Crimea, alleata di Mosca. 

Nel frattempo il ministero degli Esteri russo ha espresso l’auspicio che il via libera concesso ieri dal Senato all’intervento armato contro l’Ucraina riporti con i piedi per terra molti. Riferimento non solo a Kiev ma anche all’Occidente. In sintesi Mosca avverte che Vladimir Putin ha da ieri l’autorità legale di ordinare, sulla base della sua esclusiva volontà, un’azione militare. Ma il presidente non solo ancora non lo ha fatto ma sarebbe pronto a non ricorrere al potere ottenuto se i suoi interlocutori ucraini e soprattutto internazionali (Usa in primis) non lo spingeranno ad agire. 

Sull’orlo del disastro. L’Ucraina richiama i riservisti

Intanto il premier ad interim ucraino, Arseny Yatseniuk,  ha denunciato la dichiarazione di guerra della Russia nei confronti del Suo Paese con il via libera all’invio delle truppe.  «Siamo sull’orlo del disastro», ha detto parlando ai giornalisti, «questo è un allarme rosso, non si tratta di una minaccia ma di una dichiarazione di guerra». 

L’ucraina  ha così richiamato tutti i riservisti e ha mobilitato le sue forze armate perchè siano il prima possibile pronte al combattimento. E’ quanto riferito dal segretario del Consiglio di sicurezza, Andriy Paruby, massimo responsabile della sicurezza di Kiev. Paruby ha anche detto che è stato ordinato al ministero degli Esteri di richiedere a Gran Bretagna e Stati Uniti di farsi garanti della sicurezza dell’Ucraina. Il ministero della Difesa ucraino ha diramato ordini a tutti i comandanti militari perchè pongano le proprie unità in stato di allerta per il combattimento, ha spiegato Parubiy in una dichiarazione alla stampa alla Rada, il Parlamento ucraino convocato per una riunione d’emergenza. La mobilitazione, ha spiegato, è finalizzata a «garantire la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina». Insomma i due fronti si preparano al peggio.

A Mosca manifestazioni

A Mosca si registrano manifestazioni pro e a favore dell’intervento armato. La polizia ha fermato 40 persone con l’accusa di «tentato turbamento dell’ordine pubblica» a una manifestazione contro l’intervento militare in Ucraina minacciato dal presidente russo, Vladimir Putin. La protesta si è svolta nei pressi del ministero della Difesa e sono stati esibiti cartelli con la scritta «No alla guerra» mentre alcuni sventolavano bandiere ucraine e indossavano nastrini giallo-azzurri, i colori del vessillo nazionale. 

La Nato resta con Kiev

La Nato è molto preoccupata dall’autorizzazione all’intervento armato contro la Russia data dal Parlamento russo ma conferma che «resta al fianco» di Kiev. Lo ha dichiarato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, che ha ribadito che l’azione di Mosca è contraria al diritto internazionale, e ha chiesto alle truppe russe di ritirarsi. Rasmussen allo stesso tempo ha sottolineato che al momento non è ancora prevista da parte dell’alleanza un intervento. 

La Francia sospende partecipazioni al G8 a Sochi

La Francia ha deciso di «sospendere» la partecipazione alle riunioni preparatorie per il vertice del G8 in programma a giugno a Sochi, sul Mar Nero, per protesta contro l’escalation militare russa in Crimea. La decisione di non prendere paret alle riunioni dei prossimi giorni è stata presa nel corso di una riunione d’emergenza tra il presidente francese, Francois Hollande, e il ministro degli Esteri, Laurent Fabius. 

La Germania, ivece, rompe il fronte dei Paesi, capofila gli Usa, favorevoli ad eslcudere la Russia dal G8 come prima rappreseaglia all’eventuale invasione dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri tedesco,  Frank-Walter Steinmeier, riaffermando la necessità di un dialogo tra le autorità di Kiev e Mosca, ha bocciato l’ipotesi di «sacrificare» il G8 (in origine a Rambouillet in Francia nel 1975 il formato erano i G6 – le 6 più grandi potenze economiche – poi allargato a Canada, G7, cui si aggiunse la Russia) perchè, ha sottolineato, «è l’unico foro di dialogo in cui l’Occidente parla direttamente con Mosca».  Steinmeier preferisce l’opzione di una missione dell’Ocse o la creazione di un «gruppo internazionale di contatto», formato da Ue, Onu, Ucraina e Russia, senza gli Usa. Intanto  Vladimir Putin e Angela Merkel hanno concordato che Russia e Germania proseguano consultazioni bi e multi-laterali per cercare di «stabilizzare» la crisi in Ucraina. Lo riferisce il Cremlino. 

LItalia durante l’odierno Cd ha rivolto alla Russia “un forte appello ad evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi ed a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo”. È quanto si legge nella nota di palazzo Chigi al termine del vertice sulla crisi in Crimea. «Al tempo stesso il governo esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità ed alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze». 

Riunione alla Farnesina

Sostenere «ogni sforzo per prevenire contrapposizioni pericolose e l’acuirsi di tensioni nel sud est dell’Ucraina, mantenendo aperti tutti i canali di dialogo a livello internazionale»: è questa l’indicazione emersa da una riunione di coordinamento alla Farnesina per un esame della situazione in Crimea e le possibili iniziative politico-diplomatiche per favorire l’allentamento della tensione nell’area. Alla riunione erano presenti il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, i Consiglieri diplomatici del Presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio e del ministro della Difesa, il direttore del Dipartimento per l’Informazione e la Sicurezza e funzionari della Farnesina, alla vigilia della riunione di domani del Consiglio Affari Esteri dell’Ue a Bruxelles. 

L’appello della chiesa cristiana e ortodossa

Il reggente della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, il metropolita Onufry, ha lanciato un appello al primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, affinchè faccia il possibile per evitare spargimenti di sangue in Ucraina. Riferendosi alla possibilità che la Russa invii le sue truppe nell’ex repubblica sovietica, il metropolita di Chernivtsi e Bukovyna, ha parlato di «conseguenze catastrofiche per entrambi i Paesi» e ha definito la situazione attuale nel Paese come «la più difficile della sua storia recente».    Anche Papa Francesco ha lanciato oggi un «accorato appello» per l’Ucraina. «La comunità Internazionale – ha chiesto – sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia». «Vi chiedo – ha aggiunto rivolto ai 100 mila presenti in piazza San Pietro – di pregare per l’Ucraina che sta vivendo una situazione delicata, mentre auspico che tutte le parti si adoperino per una soluzione pacifica». 

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