Ucraina. Domenica, giornata di referendum e tensione in Crimea

ROMA – Si annuncia una giornata calda quella di domani in Crimea, che con il suo referendum per decidere se diventare un paese satellite della Russia o un no che lo avvicinerà alla comunità europea, sta già scaldando gli animi non solo della sua popolazione ma anche dei rappresentanti dell’ Ue.

L’esito di questo referendum non sarà tenuto in considerazione in quanto non conforme alle leggi della comunità europea, e quindi privo di valore- queste le parole dell’ ambasciatrice dell’ ONU che aggiunge – le decisioni e gli interventi in Crimea avverranno a tempo debito. Intanto dalla Russia Putin risponde con fermezza che – Il referendum è legale – e che quindi avendo valore deve essere ascoltato. Non mancano gli interventi anche da parte degli altri stati membri dell’ organizzazione delle nazioni unite, come per gli Stati Uniti, Barack Obama che chiede una soluzione diplomatica per risolvere i conflitti nel territorio Ucraino, e tramite il suo segretario di stato John Kerry fa sapere che – non riconosceranno l’esito del referendum –  .

Anche gli altri stati condividono il pensiero e la linea americana, tranne la Cina che cercando di rimanere il più possibile “neutrale” si allontana dall’unione sovietica, sostenendo però che la voce del popolo ucraino va ascoltata e per questo anche il referendum dovrebbe essere preso in considerazione.

Come risposta a questi giorni di forti tensioni e conflitti non molto latenti la borsa di Mosca cala drasticamente tanto da aprire oggi con un – 5% e tende sempre di più a calare. In ogni caso tutte le decisioni sono rimandate a lunedì, sia da parte dell’onu che dalla Russia e Crimea,  giorno in cui verranno resi ufficiali i dati del referendum, e giorno in cui si spera cessi qualsiasi forma di contrasto.

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